Doddore Meloni è stato lasciato morire? Denuncia alla Procura
I familiari: “Sottovalutata la sua condizione di salute. Gli hanno negato anche l’estrema unzione”
Una denuncia è stata presentata alla Procura della Repubblica di Cagliari perché si accertino eventuali responsabilità sulla morte dell’indipendentista di Terralba e leader del movimento Meris, Doddore Meloni, avvenuta nell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari il 5 luglio scorso successivamente a un attacco cardiaco, dopo oltre due mesi di sciopero della fame, accompagnato inizialmente anche dallo sciopero della sete, e dopo un uguale periodo di detenzione nelle carceri di Massama e di Uta.
A presentarla la moglie Giovanna Uccheddu e la figlia Francesca Meloni, quest’ultima anche in qualità di presidente e legale rappresentante del movimento Meris. A renderla nota stamane il legale di fiducia, l’avvocato Cristina Puddu, che ha lamentato come a Meloni sia stata negata persino l’estrema unzione che aveva richiesto proprio quando si trovava recluso nel carcere di Uta.
“Durante il periodo di carcerazione”, si legge nella denuncia, “la condizione psicofisica di Doddore Meloni è stata gravemente sottovalutata e screditata portando al maltrattamento psicologico e fisico del detenuto, abbandonato a se stesso, oltretutto con pericolose conseguenze, sia per quanto riguarda il trattamento sanitario riservatogli, il costante ritardo nell’intervento medico, sia dentro la struttura penitenziaria che in quella ospedaliera, nonché per l’omissione di un provvedimento salvavita quale sarebbe stata la concessione a Meloni della detenzione domiciliare più volte richiesta a causa dell’incompatibilità del suo stato di salute con l’ambiente carcerario che poi di fatto ha portato alla morte di Meloni”.
Nelle 14 pagine della denuncia si ricostruisce con riferimenti circostanziati tutto il periodo di detenzione di Doddore Meloni nelle carceri di Massama e Uta e nel carcere di Brescia, dov’era stato tradotto in occasione dell’udienza sull’inchiesta dell’indipendentismo veneto e lombardo nel quale Meloni risultava imputato. Si ricostruiscono anche i periodi di ricovero nel centro clinico di Uta, all’Ospedale civile di Brescia e nell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari. Soprattutto si lamenta, appunto, una presunta sottovalutazione delle condizioni di salute di Meloni. Contestazione che viene mossa anche al magistrato di sorveglianza, al quale si era presentata istanza perché le condizioni di Doddore Meloni giudicate dal suo legale non più compatibili con la detenzione in una struttura carceraria.
“Chiediamo che questa denuncia sia inserita nel fascicolo aperto dalla Procura di Cagliarti per la morte di Doddore Meloni”, ha detto l’avvocato Cristina Puddu annunciando che con molta probabilità slitteranno i termini di deposito della perizia medica sulla morte di Meloni a cui sta lavorando il perito incaricato, il dottor Roberto Demontis, supportato anche da due consulenti, un anatomopatologo e un professionista che deve valutare i riferimenti sul metabolismo . “I termini sono fissati per dopodomani”, ha spiegato l’avvocato Puddu, “ma ancora mancano i risultati di alcuni esami”.
Il legale la scorsa estate aveva annunciato anche la nomina quale perito di parte della famiglia Meloni del professor Francesco Maria Avato, direttore dell’Istituto di medicina legale dell’Università di Ferrara, che ha seguito ultimamente la vicenda del ciclista Marco Pantani.
Giovedì, 5 ottobre 2017
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