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Gli studenti della Scuola di archeologia di Oristano scavano a Mont’e Prama

Partita la nuova campagna sotto l'egida dell'Università di Sassari. Proseguirà sino a fine ottobre

Mont'e Prama

Gli studenti della Scuola di archeologia di Oristano scavano a Mont’e Prama
Partita la nuova campagna sotto l’egida dell’Università di Sassari. Proseguirà sino a fine ottobre

Foto di Antonio Pinna

Da ieri e sino al 31 ottobre un folto gruppo di studenti della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici della sede universitaria di Oristano sono impegnati in nuovi scavi nell’area di Mont’e Prama, a Cabras, dove sono tornate alla luce le statue dei Giganti.  Previsto da domani anche il coinvolgimento di quattro detenuti del carcere di Massama che già avevano collaborato a simili iniziative in passato. L’indagine curata dalla Soprintendenza Archeologica e dell’Università di Sassari è mirata in primo luogo alla conclusione della ricerca nel settore meridionale dell’area funeraria, in gran parte indagato nel 2014, quindi ad estendere verso oriente la ricerca per definire il limite orientale delle deposizioni tombali, infine a comprendere il rapporto tra le strutture messe in luce nello scavo della Soprintendenza e la strada funeraria, dove si è individuata dal 1974 la discarica delle statue, dei modelli di nuraghe e dei betili.

Le indagini saranno svolte sotto la direzione scientifica della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio (Alessandro Usai) e dell’Università di Sassari (Raimondo Zucca, Pier Giorgio Spanu, Paolo Bernardini), con il coordinamento didattico – archeologico  degli studenti della Scuola di Specializzazione a cura del Consorzio UNO (Adriana Scarpa, Luciana Tocco) insieme all’archeologo collaboratore, Barbara Panico.

La nuova campagna di scavi è realizzata grazie all’accordo del 15 marzo 2016, tra Il Consorzio UNO e le Istituzioni del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio per la Città metropolitana di Cagliari e per le Province di Oristano e del Sud Sardegna, l’Università degli Studi di Sassari-Dipartimento di storia, Scienze dell’Uomo e della formazione- Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici- sede di Oristano, la Fondazione di Sardegna, il Comune di Cabras, l’Arcidiocesi Arborense ed il Ministero di Giustizia. Casa di Reclusione di Oristano- Massama.

L’attuale attività di scavo è realizzata con il finanziamento della Fondazione di Sardegna.

Martedì, 5 settembre 2017

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