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Segui il consiglio di Martina: dona il sangue e diventi una persona migliore

Parte la nuova campagna di sensibilizzazione dell'Avis di Oristano

Segui il consiglio di Martina: dona il sangue e diventi una persona migliore
Parte la nuova campagna di sensibilizzazione dell’Avis di Oristano

Martina Ollosu

Donare il sangue è un meraviglioso gesto di solidarietà verso chi lo riceve, ma è anche una opportunità per chi lo dona. Ne è convinta Martina Ollosu, giovanissima donatrice di Palmas Arborea, neo-diplomata al Liceo Scientifico di Oristano, che dona il sangue da un anno, appena compiuta la maggiore età.

Martina è tra i protagonisti di una campagna di sensibilizzazione che l’Avis comunale di Oristano sta proponendo da qualche anno durante il periodo estivo, quello di maggior carenza di donazioni, per mostrare esempi di giovani “normali”, con vite, interessi e passioni simili a quelle di tanti altri (Martina, per esempio, è una volontaria recente della Croce Rossa e da anni membro della consulta giovani del suo paese), che compiono gesti che possono diventare straordinari.

Leggendo la sua esperienza, qualcuno si può rispecchiare nei timori, negli intenti che ancora rimangono solo tali e può farsi coraggio.
Noi, insieme all’Avis, ce lo auguriamo e vi presentiamo l’esperienza di Martina.

“Una grande fascia di popolazione non può donare il sangue per vari motivi”, spiega Martina Ollosu. “Per questo chi ha i requisiti adatti per farlo, e noi giovani è più probabile che li abbiamo, dovrebbe sfruttare questa opportunità”.
“Parlo di opportunità”, prosegue Martina Ollosu, “perché di questo si tratta, in cambio di una sacca di sangue si diventa una persona migliore, si fa del bene agli altri, ma si fa del bene anche a noi stessi”.

“Io, per esempio”, racconta la giovane donatrice ricordando la sua prima donazione, “ho percepito una sensazione di orgoglio e soddisfazione, questo mi ha spinto a continuare ad andare a donare”.

Non nasconde un po’ di paura iniziale la giovane donatrice, che ora si reca al servizio immunotrasfusionale dell’ospedale ogni sei mesi circa, il tempo minimo stabilito per le donne tra ogni donazione. Quindi, anche quanti abbiano timore di sentirsi male dopo o la fobia dell’ago non hanno più scuse.

“Durante la donazione”, ammette Martina Ollosu, “gli operatori sanitari mi fanno sentire coccolata e si prendono cura di me. Mi fanno sentire importante e dopo la donazione mi sento tale anche io: una persone migliore”.

(In collaborazione con l’Avis comunale di Oristano)

Giovedì, 6 luglio 2017

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