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Stavolta anche gli ambientalisti dicono no ai cormorani

Il Gruppo di intervento giuridico chiede modifiche al piano per lo stagno di Sal'e Porcus e una maggiore tutela

Airone biancio maggiore - Foto Grig

Stavolta anche gli ambientalisti dicono no ai cormorani
Il Gruppo di intervento giuridico chiede modifiche al piano per lo stagno di Sal’e Porcus e una maggiore tutela

Un airone bianco maggiore – Foto Grig

Una maggiore tutela dello “Stagno di Sal’e Porcus”, nel territorio di San Vero Milis, viene sollecitata dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus che ha inoltrato oggi un atto di intervento nel procedimento di valutazione ambientale strategica relativa al piano di gestione della zona di protezione speciale (Z.P.S.), ricordando come  sia una delle zone umide più importanti sul piano naturalistico di tutto il territorio nazionale.

Diverse le richieste. La prima è la “eliminazione della previsione della realizzazione di isolotti artificiali nella zona umida  per la nidificazione di differenti specie di laridi, sterne, trampolieri e limicoli…”.   Stefano Deliperi, responsabile del Gruppo di intervento giuridico spiega che “esistono già tre isolotti naturali, sede di nidificazione di specie avifaunistiche, mentre ulteriori isolotti di natura artificiale incrementerebbero i posatoi per i cormorani con indubbia crescita delle frizioni con i pescatori”.

Secondo il Gruppo di intervento giuridico “l’obiettivo dell’incremento della nidificazione di specie avifaunistiche sarebbe agevolmente raggiungibile con le azioni di autentica tutela ambientale degli oltre dieci chilometri di fascia perimetrale, a oggi in completo abbandono alle condotte di agricoltori irresponsabili che arrivano persino ad arare centinaia di metri di sponde”.

Il Gruppo di intervento giuridico, inoltre,  contesta la “riconfigurazione del collegamento storico tra lo stagno di Is Benas e lo stagno di Sale ‘e Porcus”, perché “non corrispondente allo stato di fatto: il livello del mare e della superfice dell’acqua nello Stagno di Is Benas”, sostengono gli ambientalisti, “è più basso di circa un metro rispetto al fondo di Sal’e Porcus, con il ripristino del collegamento oggi interrotto dalla strada provinciale n. 10  – pur auspicabile – l’acqua defluirebbe da Sal’e Porcus verso Is Benas (non il contrario), determinando prolungamenti delle secche estive”.

Infine viene richiesto “l’ampliamento dell’area interdetta alla caccia, che, attualmente, può esser effettuata lungo le sponde della zona umida”.

Martedì, 4 luglio 2017

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