La Forestale denuncia l’Enel per l’incendio che ha minacciato Sorradile
Il fuoco partito da alcune scintille cadute da un palo di trasformazione dell’ente elettrico. Il precedente di Marrubiu
L’Enel nuovamente sotto accusa per i suoi impianti che ancora una volta hanno causato un incendio in provincia di Oristano. Dopo il grave caso di Marrubiu di alcuni anni orsono, stavolta il malfunzionamento di una centralina ha innescato il pericoloso incendio che ieri ha investito il territorio di Sorradile. Il Corpo forestale ha già annunciato che scatterà una denuncia alla magistratura e che, ancora una volta, la Regione Sardegna unitamente ai cittadini danneggiati, si costituirà parte civile nei confronti dell‘Enel.
Secondo la prima ricostruzione del Corpo forestale ieri pomeriggio poco prima delle 16 nella zona di “Funtana Muro Maiore”, in agro di Sorrradile, a causa del malfunzionamento di un palo cabina di trasformazione di energia elettrica, le scintille cadute a terra hanno alimentato le fiamme sulla vegetazione secca, originando un incendio boschivo che ha minacciato seriamente il centro abitato di Sorradile e destato la preoccupazione del paese.
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Nel Comune di Sorradile è stato anche costituito un Posto di Comando avanzato, per coordinare al meglio le operazioni di spegnimento che sino a tarda sera hanno visto impegnati quattro elicotteri del Corpo Forestale, un aereo anfibio Canadair e numerose squadre antincendio con personale a terra del Corpo Forestale, supportati da Vigili del Fuoco, uomini dell’Agenzia Forestas e numerosi altri volontari. I danni sono stati limitati a circa 20 ettari tra bosco, oliveti e pascoli.
“La causa dell’incendio”, ha spiegato Maria Piera Giannasi, responsabile provinciale del Corpo forestale, “ancora una volta si è originata dal malfunzionamento di un palo Enel, cosi come avvenne nell’estate del 2014, nella località Is Bangius in agro di Marrubiu, in cui andarono distrutti migliaia di ettari di superficie agricola e boscata. I trasformatori dei pali elettrici, del tipo a palo cabina in giornate particolarmente calde come quella registrata nella giornata di ieri, in più di una occasione, hanno evidenziato la possibilità che si verifichi la fusione dei contatti e la relativa caduta al suolo dei componenti metallici. L’area circostante il palo cabina, ancorché precedentemente sfalciata”, ha spiegato Giannasi, “a causa della presenza di un substrato erboso secco non completamente asportato, ha consentito conseguentemente il dilagare delle fiamme”.
Martedì, 27 giugno 2017
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