Oristano lancia la proposta: "Una Zona economica speciale per la Sardegna" - LinkOristano
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Oristano lancia la proposta: “Una Zona economica speciale per la Sardegna”

Il Consorzio industriale cerca alleanze sul progetto che potrebbe sposare la zona franca proponendo fiscalità di vantaggio alle imprese

Oristano lancia la proposta: “Una Zona economica speciale per la Sardegna”
Il Consorzio industriale cerca alleanze sul progetto che potrebbe sposare la zona franca proponendo fiscalità di vantaggio alle imprese

Foto Linkoristano

Il Consorzio industriale di Oristano coordinerà un’iniziativa che coinvolgerà Enti locali, istituzioni, imprese per lanciare proprio da Oristano una proposta alla Regione, finalizzata alla creazione di una Zona economica speciale, Zes, o comunque di uno strumento utile ad assicurare condizioni agevolate per il commercio e la produzione delle merci, con fiscalità di vantaggio. Il presidente del Consorzio industriale, Massimiliano Daga, ha assunto un impegno in tal senso al termine dell’iniziativa pubblica che l’Ente ieri pomeriggio ha voluto dedicare al tema della Zona franca, nell’intento di svolgere una riflessione a voce alta tra attori diversi, acquisendo elementi di conoscenza e valutazione significativi, dopo anni di dibattiti e alla luce delle più recenti novità legislative. E così è stato. Sono stati tre qualificati esperti a guidare tra gli scenari dell’economia futura: il professor Aldo Berlinguer, docente di diritto dell’Università di Cagliari, con un’importante esperienza amministrativa quale ex assessore della Regione Basilicata; Maurizio D’Amico, segretario generale dell’Advisory Board della Femoza, la Federazione mondiale delle zone franche e delle zone economiche speciale; e il dirigente dell’Agenzia delle dogane, Marcello Demuro, interrogati e sollecitati dal giornalista Nicola Pinna e da numerosi e qualificati interventi.

Massimiliano Daga – Foto Linkoristano

Dopo la pressoché unanime  censura mossa nei confronti della Regione per i ritardi accumulati in questo campo e testimoniata anche dal sindaco di Santa Giusta Antonello Figus e da Mariano Lo Piccolo della Federazione sarda sviluppo imprese, è stato proprio Berlinguer a lanciare la provocazione per un’iniziativa di supplenza che parta dal territorio. Proposta sposata subito dal sindaco di Sorradile ed ex sindaco di Oristano Pietro Arca e condivisa in chiusura dal presidente del Consorzio industriale Massimiliano Daga,  che all’iniziativa di ieri sera aveva invitato anche l’assessore regionale ai trasporti Massimo Deiana, assente però per impegni politici. Dalla Regione, comunque si dovrà passare, per avanzare una proposta che non sia racchiusa peraltro in una porzione di territorio, ma che guardi all’intero contesto isolano e che tenga conto di ciò che sta accadendo nel Mediterraneo. Il professor Aldo Berlinguer in proposito è stato molto chiaro: da soli non si va da nessuna parte e il porto di Oristano, ad esempio, può essere un’importante risorsa se inserito in una rete, se agganciato alla realtà dell’entroterra. Berlinguer è stato ancora più esplicito citando i richiami della Corte dei conti europea che ormai chiede ragione di ogni euro concesso e investito: “I finanziamenti devono creare sviluppo”, ha affermato, “L’Europa dice: ti ho dato tanti soldi. A cosa sono serviti? Stop: non ti do più un euro”. Quindi proporre e proporre bene. Ma proporre cosa? Una zona franca?

I relatori del convegno – Foto Linkoristano

Da qui il dibattito ieri sera è partito, arrivando poi a scenari molto più ampi. Li ha descritti con dovizia di particolari l’esperto Maurizio D’Amico, mettendo in evidenza soprattutto la realtà delle Zone economiche speciali. Ha citato l’esempio della Polonia che ne ha create 14  suddividendole poi in sottozone. Sono aree dove vigono agevolazioni doganali e fiscali, ma anche norme di semplificazione grazie alle quali una pratica commerciale magari si evade in pochi giorni, piuttosto che in diverse settimane, come accade normalmente. Queste realtà, ha raccontato ancora, stanno diventando gli attrattori degli investimenti, non quelli “mordi e fuggi”, ma quelli di imprese e gruppi economici di primaria grandezza,  che invogliati da queste condizioni di miglior favore attuano la cosiddetta delocalizzazione. Il segretario ha riferito di alcune esperienze nel Mediterraneo, dove in pochi anni sono nati porti diventati snodo del commercio mondiale. Ha citato esempi diversi e tra questi quello di Barcellona, da prendere in considerazione,  quale esperienza di migliore zona franca d’Europa. Iniziative di successo che cozzano, purtroppo, con le esperienza maturate sinora in Sardegna, dove si è tanto parlato e nulla o quasi fatto.

Ad ascoltare ieri  sera i diversi interventi riaffioravano molte speranze tradite, nonostante le aspettative e l’impegno di enti locali e e imprenditori. A cominciare da quanto detto dal sindaco di Oristano Guido Tendas e dall’ingegner Luigi Muggianu di Dorgali, proseguendo con l’ex presidente del Consorzio industriale di Oristano Antonio Ladu, che ha richiamato anche le zone franche urbane. E ancora con Renato Orrù, operatore privato, che ha interrogato su una Zona economica speciale per l’intera Sardegna e Stefano Spada, impegnato nel settore del turismo e ricercatore, che ha declinato il tema abbinandolo proprio allo sviluppo del turismo nell’Isola. Testimonianze in un dibattito che prosegue e che in Sardegna ormai va avanti da decenni. A sentire le parole di Marcello Demuro, dirigente dell’Agenzia delle dogane, probabilmente, sulla zona franca doganale sono state riposte anche aspettative eccessive. Il funzionario statale ha spiegato che in queste aree vigono solo agevolazioni doganali che si possono ottenere anche con un cosiddetto deposito doganale. E anche i vantaggi fiscali che, invece, si ottengono quando nel perimetro di una zona franca si fa produzione, in realtà possono essere raggiunti a prescindere. Demuro  ha sottolineato più volte di parlare di ciò che la legge prevede, lasciando ad altri in sostanza il racconto di ciò che potrà essere. E a questo ha pensato il professor Aldo Berlinguer: “In Europa ci sono Zone economiche speciali a decine. Muoviamoci”.

Foto Linkoristano

Sabato, 21 gennaio 2017

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