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“Ragazzi credete in voi stessi, anche nei momenti bui”

A Oristano la testimonianza di Ghidini, padre di un giovane morto suicida dopo aver assunto droghe

Oristano - Liceo Classico - incontro - alunni

“Ragazzi credete in voi stessi, anche nei momenti bui”
A Oristano la testimonianza di Ghidini, padre di un giovane morto suicida dopo aver assunto droghe

Gli studenti ascoltano Ghidini

Incontro speciale per gli studenti del Liceo Classico di Oristano. Nei giorni scorsi ha fatto visita al De Castro Giampietro Ghidini, padre di un ragazzo morto suicida a sedici anni, dopo aver consumato droghe. Ghidini ha dialogato con gli studenti del suo libro e della fondazione che offre supporto ai giovani caduti nel tunnel delle dipendenze.
Per tanti dei giovani presenti l’incontro è stato una lezione di vita, come scrive Giorgia Pireddu, una delle studentesse che ha partecipato all’incontro, in una nota che pubblichiamo di seguito.

Giampietro Ghidoni parla agli studenti del De Castro – Foto Rita Sanna

Una mattina come tante, in apparenza. Poi un incontro, organizzato dalla nostra scuola: abbiamo avuto il piacere di ascoltare il discorso di un uomo , di un padre dal cuore veramente grande: Giampietro Ghidini, papà di Emanuele, un bel ragazzo di 16 anni suicidatosi dopo aver fumato della marjuana e assunto subito dopo un cartone di  LSD.

Giampietro ci ha parlato del suo lutto non senza raccontarci la sua vita e i suoi errori . Il suo intento è stato quello di farci capire che chiunque di noi può essere Emanuele. Tutti possiamo rischiare di perdere la vita o svanire, scomparire o scoppiare come bolle di sapone anche fumando una sola canna.

Qualsiasi motivo ci spinga ad assumere droghe o a bere smodatamente o giocare alle slot –machines, la conseguenza potrebbe essere sempre… una brutta fine, uno scivolamento verso il basso.
Io mi sono chiesta perché dobbiamo farci così del male? Forse perché soffriamo? perché non ci sentiamo amati?, oppure i nostri genitori non ci prestano attenzione, intenti come sono a lavorare, risucchiati dalla routine quotidiana? Oppure vogliamo far credere ai nostri amici che siamo dinamite? Giampietro ci ha fornito una risposta: “Ragazzi, dovete essere forti e credere in voi stessi. Questa è la chiave, l’aiuto nei momenti bui.”
Il momento più toccante è stato il racconto degli ultimi mesi di vita di Emanuele durante i quali Giampietro non è stato molto presente, perché assorbito dal lavoro. Di fronte alla morte del figlio lui si è reso improvvisamente conto che un uomo di successo non sempre è un uomo di valore e si può essere felici con poco, per esempio amando la propria famiglia.
Tanta sofferenza ha portato Giampietro alla fondazione di una associazione “Pesciolino rosso” il cui ruolo fondamentale è essere un supporto ai giovani affetti da dipendenza e lui e sua moglie girano le scuole d’Italia per portare un messaggio di speranza.

Tante lacrime, tanto dolore ma per noi ragazzi una lezione di vita.

Giorgia Pireddu

Giovedì, 19 gennaio 2017

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