Ecco cosa funziona meglio all'ospedale di Oristano: le eccellenze - LinkOristano
Prima categoria

Ecco cosa funziona meglio all’ospedale di Oristano: le eccellenze

Il Rapporto dell'Agenzia nazionale assegna alcuni primati regionali al San Martino, in cardiologia, chirurgia, ortopedia e ostetricia

Ecco cosa funziona meglio all’ospedale di Oristano: le eccellenze
Il Rapporto dell’Agenzia nazionale assegna alcuni primati regionali al San Martino, in cardiologia, chirurgia, ortopedia e ostetricia

Oristano - OspedaleIl Programma Nazionale Esiti 2016 promuove a pieni voti l’ospedale “San Martino” di Oristano. L’ultima edizione del rapporto Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali), che per conto del Ministero della Salute verifica i livelli di efficacia, sicurezza e qualità delle cure delle strutture ospedaliere sulla base di 158 indicatori, restituisce la fotografia di un ospedale che non solo gode di ottima salute, ma che addirittura migliora le sue performance rispetto allo scorso anno.

Su sette aree cliniche passate sotto la lente d’ingrandimento dell’Agenas (cardiocircolatorio, nervoso, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologica, gravidanza e parto, osteomuscolare), il nosocomio oristanese registra ben tre primati in Sardegna.

Frattura del femore: il 74% operato entro 2 giorni. Uno dei parametri maggiormente indicativi nel misurare la qualità delle cure è quello relativo ai tempi di intervento sulla frattura del collo del femore: operare il paziente entro due giorni riduce i tassi di mortalità e le possibili complicanze legate al trauma, comportando peraltro un vantaggio in termini di risorse impiegate. Ebbene, l’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia del San Martino, diretta dal dottor Andrea Ruiu, opera entro due giorni il 73,80% dei pazienti con frattura del femore. Si tratta del dato migliore in Sardegna, che supera di ben 20 punti la media italiana (ferma al 54.64%). Peraltro il reparto di Ortopedia oristanese migliora di ben 10 punti rispetto all’anno precedente, quando aveva registrato il 62,38% degli interventi sul collo del femore entro due giorni.

Parti cesarei: 21% del totale. Altra eccellenza della sanità oristanese è quella certificata dalla percentuale dei cesarei che, secondo lo standard nazionale, non dovrebbe superare il 25% del totale dei parti effettuati nel punto nascita. Qui, l’Unità Operativa di Ginecologia e Ostetricia diretta dal dottor Antonio Succu si mantiene abbondantemente sotto questa soglia, attestandosi al 21,50% dei cesarei sul numero complessivo dei parti: un dato che consegna al San Martino il miglior risultato a livello regionale per il secondo anno consecutivo, staccando nettamente le altre strutture.

Infarto miocardio: 66% la percentuale di trattati con PTCA entro due giorni. Primo posto in Sardegna anche per ciò che riguarda la percentuale di pazienti trattati entro due giorni con angioplastica, un intervento mininvasivo mirato a dilatare le arterie coronariche per ripristinare un adeguato flusso sanguigno ed evitare l’infarto. In questo caso, la tempestività dell’intervento è fondamentale per migliorare gli esiti di cura e, se lo standard nazionale fissa come standard minimo il 60%, scorrendo i dati forniti dal Programma Nazionale Esiti si scopre che l’Unità Operativa di Cardiologia guidata dal dottor Antonio Caddeo supera abbondantemente questo dato, sottoponendo a intervento il 65,65% dei pazienti, contro una media nazionale del 43,32%.

Colecistectomia laparoscopica: 86% la proporzione di ricoveri con degenza postoperatoria sotto i tre giorni. Nell’area chirurgica, un ottimo risultato è quello registrato nella percentuale di interventi di rimozione dei calcoli per via laparoscopica (attraverso l’inserimento nell’addome di una sonda a cui è collegata una piccola telecamera), operazione che comporta un ricovero e una convalescenza più brevi rispetto al cosiddetto intervento “a cielo aperto”, eseguito con il classico taglio chirurgico. Per valutare la performance della struttura viene utilizzata la durata della degenza post-operatoria che, per raggiungere un livello ottimale, dovrebbe essere inferiore a tre giorni per almeno il 70% dei pazienti operati. Una percentuale che l’Unità Operativa di Chirurgia di Oristano, diretta dal dottor Gianfranco Porcu supera abbondantemente, con oltre l’85,96% dei pazienti operati per via laparoscopica e dimessi entro i tre giorni, contro una media nazionale ferma a 69,18.

Maria Giovanna Porcu

Maria Giovanna Porcu

Si attestano nella media le aree cliniche deputate al trattamento del sistema nervoso (ictus) e respiratorio, mentre le maggiori criticità si registrano nella chirurgia oncologica, soprattutto considerando i volumi di attività, che sono comunque in crescita rispetto al 2014. Complessivamente però, il quadro restituito dal PNE 2016 è quello di un ospedale con diverse punte di eccellenza nel panorama sardo e un trend in continuo miglioramento.

“I dati certificati dal rapporto 2016 dell’Agenas”, commenta la Commissaria Straordinaria ASL 5 Maria Giovanna Porcu, “fanno emergere il grosso sforzo compiuto dalla nostra Azienda per migliorare le proprie performance e consegnare ai cittadini una sanità più efficace ed efficiente. I risultati raggiunti sono il frutto di un lavoro di squadra che ci ha impegnato intensamente: la Direzione Generale, in questo processo, ha avuto un ruolo di guida, assegnando degli obiettivi ai responsabili di struttura e supportandoli nel percorso di miglioramento delle performance. Siamo arrivati a questi esiti grazie a un percorso di formazione mirato a migliorare le competenze tecnico-professionali e trasversali, all’elaborazione di specifici percorsi diagnostico-terapeutici e alla messa in campo di strumenti, come gli audit, che ci permettano di monitorare in maniera sistematica la qualità dell’assistenza”.

Martedì, 20 dicembre 2016

commenta