Referendum: "Ora serve una svolta dalla Giunta regionale" - LinkOristano
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Referendum: “Ora serve una svolta dalla Giunta regionale”

Intervento del capogruppo dei Riformatori in Consiglio regionale Attilio Dedoni

Attilio Dedoni

di Attilio Dedoni

Capogruppo dei Riformatori sardi in  Consiglio regionale

Attilio Dedoni

Attilio Dedoni

Acquisito l’esito del referendum, più che ad attardarsi in festeggiamenti, commiserazioni e processi sommari, la classe dirigente isolana farebbe bene a darsi da fare sin da subito per recepire il segnale inequivocabile dato dagli elettori: i sardi hanno bocciato una politica regionale troppo poco autonomista e troppo disponibile a piegarsi ai voleri del Governo nazionale. Dalle urne è uscita una forte richiesta di cambiamento, una sfida che la giunta Pigliaru è chiamata a raccogliere, se ritiene di averne le capacità.

Il risultato registrato in Sardegna, che ha visto il No raccogliere il 13 per cento in più dei voti rispetto al dato nazionale, dimostra che i nostri elettori sono in assoluto i più preoccupati davanti a una possibile deriva centralista dello Stato italiano. Avendo toccato con mano i risultati prodotti dall’asse Renzi-Pigliaru, come l’accordo Paci-Padoan che ci ha imposto l’abbandono della vertenza sulle entrate erariali e l’introduzione del pareggio di bilancio, i sardi hanno deciso di non fidarsi più e di lanciare un segnale chiaro: c’è bisogno di più autonomia, di alzare il tono delle rivendicazioni, di far valere i nostri diritti anche a Roma anziché subire supinamente qualsiasi decisione per disciplina di schieramento. Le entrate insufficienti, il debito della sanità che rischia di portare al tracollo le casse della Regione, la spesa dei Comuni bloccata, le inefficenze nei trasporti, sia quelli interni alla Sardegna che i collegamenti con il Continente: il toccare con mano quotidianamente queste cose ha convinto gli elettori più della propaganda martellante messa in campo negli ultimi mesi.

Ora i sardi si aspettano una svolta nelle politiche della Giunta regionale, che nella prima metà della legislatura si sono mostrate del tutto inadeguate. La speranza è che non si perdano mesi nell’analisi del voto e nelle liturgie del rimpasto. Il rilancio dell’attività dell’esecutivo non ha niente a che vedere con la spartizione delle poltrone tra chi ha vinto e chi ha perso il referendum, ma richiede più disponibilità ad ascoltare i cittadini e i territori, soprattutto quei territori lasciati finora ai margini da una visione centralista della Regione incapace di guardare oltre l’asse Roma-Cagliari.

Lunedì, 5 dicembre 2016

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