Martinez sindaco, ecco il suo manifesto - LinkOristano
Prima categoria

Martinez sindaco, ecco il suo manifesto

Quattordici punti per guardare Oristano nel futuro. Un invito alla pacificazione e all'impegno di tutti i cittadini nel governo della città

Martinez sindaco, ecco il suo manifesto
Quattordici punti per guardare Oristano nel futuro. Un invito alla pacificazione e all’impegno di tutti i cittadini nel governo della città

Foto Linkoristano

Foto Linkoristano

Ecco il suo manifesto.

Cap. 1 – L’AMNISTIA DAI VELENI
Ho anticipato un po’ i tempi di questo incontro perché mi son reso conto che stavo finendo nel gossip preelettorale. Già si facevano ipotesi su chi poteva essere dietro la mia candidatura e mi premeva dire che dietro di me non c’è proprio nessuno. Nessuno. Tutti di fronte.
La mia proposta infatti vale per ogni singolo cittadino. Se accetteranno questa novità accoglierò anche chi ha già fatto politica. Credo infatti che, a questo punto, se vogliamo vivere in una città felice sia indispensabile dissolvere tutte le beghe e i rancori politici accumulati in questi decenni e ripartire da zero. PROPONGO DUNQUE UN’AMNISTIA DAI VELENI. Bisogna resettare e ripartire.

Cap. 2 – COME ATENE
Ho detto più volte che bisogna rendere alla democrazia il suo senso originario. Oristano, del resto, è il luogo perfetto per tentare un laboratorio di questo tipo. Non dimentichiamoci che Atene, madre della democrazia e della civiltà occidentale, nel momento del suo maggior splendore aveva 30.000 abitanti, proprio come oggi Oristano.

Cap. 3 – LA CITTÀ SIAMO NOI
Elemento indispensabile perché una democrazia sia vera è la consapevolezza che la città non sono solo muri e strisce pedonali, non basta pensare che la città sia nostra, bisogna capire che LA CITTÀ SIAMO NOI. Noi con la nostra carne, i nostri desideri, i nostri affetti, i nostri ricordi. E noi tutti, chi in modo e chi in un altro, puntiamo alla gioia.
La gioia oggi viene considerata come un piacere effimero. Ma il senso originario di questa parola non era quello. “Gioia” viene dal sanscrito e rinvia al termine “yuj” (lo stesso da cui deriva la parola “yoga”) e vuol dire “unione dell’anima individuale con lo spirito universale”. Trasponendo questo concetto su un piano meno metafisico possiamo dire che “non può esserci vera felicità senza condivisione”. Lo ripeto: la città siamo noi, tutti noi. dobbiamo rendercene conto e dobbiamo saperci amare. In questo senso la mia sarà UNA CAMPAGNA ELETTORALE EROTICA.

Cap. 4 – COSTRUIRE LA CATTEDRALE DI CHARTRES
E se la città siamo noi dobbiamo abituarci a partecipare. Partecipare attivamente, per il nostro bene. Sino ad oggi il voto è stato interpretato come una delega “ti ho dato il voto, pensaci tu e se non mi andrà ciò che farai mugugnerò”. E di fatto da decenni si sta solo mugugnando. Durante una lezione della mia Università, l’Università di Aristan, tenuta qualche mese fa nel carcere di Uta il grande neurofarmacologo Gianluigi Gessa (che, tra parentesi, dopodomani riceverà al Quirinale dalle mani del Presidente della Republica la medaglia d’oro della Sanità) ha fatto un esempio semplice e illuminante: gli individui sostanzialmante si dividono in tre categorie: GLI SCHIAVI, I SODDISFATTI E I VIVI. Gli schiavi sono quelli costretti a lavorare contro il loro volere. I soddisfatti, quelli che per fare un muro sono retribuiti e alla fine della giornata tornano a casa, accendono il televisore e cenano appagati, come chi ha fatto il proprio dovere. E infine i vivi sono quelli che hanno consapevolezza di ciò che stanno facendo, stanno condividendo il progetto, lo hanno fatto diventare la propria vita. Loro non diranno “oggi ho fatto un muro”, diranno “sto costruendo la cattedrale di Chartres”.

Cap. 5 – IL TEATRO È UN FORMIDABILE STRUMENTO DI DEMOCRAZIA
Per ricostruire la nostra città torniamo all’esempio della Grecia. Quale era a quei tempi il vero centro pulsante dell’attività politica? Era il teatro. Il teatro non era solo un posto per gli spettacoli, era il luogo dove la popolazione si riuniva per dibattere, per proporre, per obiettare. Ebbene rendiamo al Teatro questa preziosa funzione.
In genere le liste elettorali sono formate in modo un po’ casuale. Si aggregano le persone dietro un capolista, si cercano voti a tappeto (molti in queste liste sono consapevoli di essere dei semplici portatori d’acqua) e alla fine i vincitori vanno a occupare lo scranno di consiglieri mentre i vinti scompaiono nella nebbia. Ebbene per chi si candiderà con me sarà diverso: nessuno dei candidati scomparirà nella nebbia. Grazie alla formula che ora vi propongo tutti potranno e dovranno partecipare attivamente alla vita della città anche dopo le elezioni. Chi si candiderà proponendo me come sindaco sappia che, a fronte del mio impegno, dovranno prendere il loro.

Cap. 6 – IL LIBRO-MASTRO
Ecco come faremo. (invito Tarcisio Fodde a portare il libro-mastro)
Su questo libro-mastro prenderemo i nomi di tutti i singoli cittadini che si schiereranno con questo progetto. Col nome ci sarà l’indirizzo, la mail (se ce l’hanno) il numero di telefono e… attenzione la novità comincia qui… e la loro attitudine, la loro competenza, la loro passione nell’ambito della loro vita.
Abbiamo accorpato questi ambiti in otto settori, per l’esattezza sette settori più uno. Ve li illustro.
1 – ARTI E MESTIERI
2 – VOLONTARIATO
3 – NATURA E ANIMALI
4 – SPORT E SCUOLA
5 – FESTE E MUSICA
6 – STORIA E MEMORIA
7 – WEB E MOVIMENTO
8 – AMBASCIATORI NEL MONDO
Ciascun iscritto proveniente da qualsiasi lista andrà a lavorare da subito nel settore che lui stesso ha scelto (a questo proposito per rendere gli accorpamenti più razionali, sarà utile che ciascun candidato si proponga per almeno due settori). In questo modo, e solo in questo modo, potremo avere dei sensori vivi su tutta la città. Chi farà parte dei vari settori sarà un utilissimo punto di riferimento per ogni cittadino che ha a cuore quel settore, potrà accogliere qualsiasi segnalazione, qualsiasi suggerimento.
In questo modo, facendo partecipare da subito tutti i candidati, noi scriveremo il nostro programma e lo proporremo per tempo prima delle elezioni.
Abbiamo già un’ampia sede elettorale al centro di Oristano, lo Spazio Cominacini, che Marcella Cominacini – che condivide questo progetto – ci ha messo gratuitamente a disposizione. È in via Serneste uno, a due passi da piazza Corrias e a tre da piazza Roma.

Cap. 7 – L’ASSEMBLEA PRECONSILIARE
Ma non finisce qui. A questo presupposto organizzativo faremo seguire una concreta, fondamentale novità strutturale per il governo della città. E qui entra in ballo il Teatro Garau, che mi auguro sia presto di nuovo agibile.
Costituiremo una ASSEMBLEA PRECONSILIARE che, se sarò sindaco, diventerà attiva un attimo dopo le elezioni.
Ecco come funzionerà.
Il teatro almeno una volta al mese diventerà una specie di Parlamento diviso non per partiti ma per precisi settori operativi: Arti e mestieri, Volontariato, Natura e animali ecc. A questa assemblea parteciperanno tutti i candidati, non solo i 15 che saranno eletti. Tutti.
Come ho detto candidarsi con le mie liste non sarà un semplice giochetto elettorale (“me la tento poi chi s’è visto s’è visto”), sarà una precisa assunzione di responsabilità verso se stessi e verso tutta la comunità.
In teatro gli interventi e i dibattiti saranno organizzati in modo molto razionale con tempi ben scanditi e contenuti chiari. Chi prenderà la parola dovrà andare subito al sodo; non ci sarà spazio per i mugugni, solo per le segnalazioni, le proposte e per l’esposizione efficace e non unilaterale delle situazioni controverse. L’Assemblea Preconsiliare, quando sarà il caso, scioglierà i dubbi attraverso il voto. Così, grazie a questa assemblea, i consiglieri parteciperanno alle riunioni del Consiglio comunale con le idee chiare, avendo tutto il materiale utile per una proficua, documentata e realistica discussione. Non si parlerà di poltrone. Si vaglieranno proposte e si raccoglieranno segnalazioni. E i consiglieri che – come tutti coloro che si candideranno con me – avranno preso un impegno preciso in questo senso, saranno tenuti al massimo rispetto per i suggerimenti e le proposte dell’Assemblea preconsiliare.

Cap. 8 – LA LEGGE
Iniziative come l’Assemblea Preconsiliare che sto proponendo non solo sono legali ma addirittura auspicate dal TESTO UNICO DELLE LEGGI SULL’ORDINAMENTO DEGLI ENTI LOCALI
Diamogli un’occhiata.

Decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267
Art. 3
Autonomia dei comuni e delle province
Comma 5:  I comuni e le province sono titolari di funzioni proprie e di quelle conferite loro con legge dello Stato e della Regione, secondo il principio di sussidiarietà. I comuni e le province svolgono le loro funzioni anche attraverso le attività che possono essere adeguatamente esercitate dalla autonoma iniziativa dei cittadini e delle loro formazioni sociali
*
Art. 6
Statuti comunali e provinciali
Commi 1 e 2
Comma 1. I comuni e le province adottano il proprio statuto.
Comma 2. Lo statuto, nell’àmbito dei princìpi fissati dal presente testo unico, stabilisce le norme fondamentali dell’organizzazione dell’ente e, in particolare, specifica le attribuzioni degli organi e le forme di garanzia e di partecipazione delle minoranze, i modi di esercizio della rappresentanza legale dell’ente, anche in giudizio. Lo statuto stabilisce, altresì, i criteri generali in materia di organizzazione dell’ente, le forme di collaborazione fra comuni e province, della partecipazione popolare, del decentramento, dell’accesso dei cittadini alle informazioni e ai procedimenti amministrativi, lo stemma e il gonfalone e quanto ulteriormente previsto dal presente testo unico.

Cap. 9 – LA COMUNICAZIONE
Ma non può esserci vera democrazia se non c’è una efficace comunicazione a tutti i livelli. E la comunicazione è un ambito nel quale mi muovo bene.
Nell’immediato, come ho detto, abbiamo già una sede che spero in breve tempo possa funzionare a pieno regime, avremo fra pochissimo un sito web e una pagina Fb che si chiamerà CAPITALE ORISTANO (un titolo che da alla parola “capitale” più significati). Se sarà il caso, utilizzeremo anche le apiscedde megafonate. Inoltre terremo costantemente aggiornata l’informazione istituzionale. Dopo le elezioni, se vinceremo, potenzieremo in modo esponenziale l’Ufficio stampa, arricchendolo con un team di alto livello che saprà parlare alla città ma anche al resto dell’Italia e, ogni volta che sarà il caso, del mondo.
Istituiremo uno snello Telegiornale tv settimanale e una radio in streaming. Saremo dappertutto anche dentro la città con un bollettino murale (tazebao cittadino). Ed eventualmente istituzionalizzeremo le apiscedde megafonate che chiameremo APIVOX.

Cap. 10 – LA SGLOBALIZZAZIONE
Dobbiamo sglobalizzare la città. Smettere di subire il mercato ma cominciare a proporlo con forza. Per raggiungere questo scopo la mia giunta cercherà in tutti i modi di stimolare la creatività dei cittadini. Avremo un UFFICIO PROGETTI (apertissimo anche alla collaborazione con gli altri Comuni, vedi Santa Giusta e Cabras) che capterà dutte le opportunità e i bandi dalla Regione, dal governo nazionale e dall’Europa . Questo ufficio, per tempo, informerà i cittadini, ricevendoli per chiarimenti, consigli e suggerimenti. Non dimentichiamo che questa è la città della ceramica, e non deve esserlo solo sulla carta; che questa è la città del riso, dei cavalli, dell’ottima agricoltura. Abbiamo una spiaggia che potrebbe essere un richiamo irresistibile per il turismo. Tutta la costa circostante è meravigliosa. Ma non c’è un servizio. L’hotel del Sole si è trasformato, con una manovra per niente chiara, in una serie di appartamentini privati fronte mare. E non c’è musica. La musica è vita; la musica può salvarci. Ma tutto deve tacere molto presto. Non bisogna disturbare i residenti si dice, ed è giusto. Ma basta guardarsi intorno, basta un po’ informarsi per scoprire che una nuova tecnologia ti consente di tenere la musica a volumi molto alti solo per chi è in discoteca, o al bar, o anche in casa propria; e non è una tecnologie cara. A Barcellona ne stanno facendo un largo uso. Si tratta di una soluzione affascinante e discreta, giunge da Woody Norris inventore del nuovissimo Hypersonic Sound Sistem che permette miracolosamente di “sparare” un raggio di suoni, anche sottilissimo, che escluda dall’ascolto chi non si trova nella sua traiettoria. In una discoteca basta applicare l’Hypersonic Sound Sistem al soffitto e la musica andrà solo a chi sta ballando.

Cap. 11 – IL RADUNO MONDIALE DEGLI ZORRO
Per produrre bisogna saper anche inventare e sfruttare le intuizioni. Voglio farvi l’esempio di una clamorosa opportunità per tutta la città buttata via nel 2004 dagli amministratori. Quell’anno avevo organizzato, superando ostacoli incomprensibili e insensatamente pretestuosi il Secondo Raduno Mondiale degli Zorro (trovate tutto sul primo volume dell’Enciclopedia di Eleonora da me diretta). Fu un successo senza precedenti. La notizia dell’evento rimbalzò su tutti i media nazionali e anche all’estero. La canzone che costituì la colonna soinora del raduno, intitolata “Tutti Zorro ad Oristano” fu, in quel mese, la più ascoltata nelle radio di tutt’Italia. Ricordo che Sergio Crovi, l’indimenticato centravanti negli anni sessanta della Tharros, che si trovava in Brasile e non sapeva nulla del Raduno, mi telefonò da Rio de Janeiro, chiedendomi cosa… cavolo stesse succedendo a Oristano. La notizia era infatti nella prima pagina di O Globo, il quotidiano più letto in Brasile.
Ebbene poche settimane dopo il raduno fui contattato da una compagnia aerea tedesca che mi chiedeva le coordinate per il raduno dell’anno dopo. Avevano intenzione di dipingere sulla carlinga di un loro aereo la maschera di Zorro e di programmare una serie di voli charter che avrebbero portato centinaia di turisi tedeschi a Oristano. Potete immaginare quali ricadute anche economiche questa iniziativa avrebbe potuto avere per la città, e quale pubblicità indotta avrebbe avuto anche per la Sartiglia; si sarebbe potuto mettere il Raduno Mondiale il sabato, la domenica ci sarebbe stata la Sartiglia dei Contadini, il lunedì la Sartigliedda e il martedì la Sartiglia dei Falegnami. Corsi subito dal sindaco e lo informai della cosa: “dobbiamo organizzare tutto per tempo” gli dissi, “la compagnia deve pianificare l’iniziativa”. “Bene, bene – mi disse – lo faremo senz’altro”. Parlai anche con alcuni assessori “Bene, bene, lo faremo senz’altro” mi dissero tutti. Passò il tempo. Sollecitai “Bene, bene, lo faremo senz’altro” mi dissero di nuovo. Incalzato dalla compagnia aerea dopo un altro mese tornai alla carica “Bene, bene, lo faremo senz’altro” mi dissero ancora. E fu l’ultima volta perché la compagnia aerea ritirò l’offerta.

Cap. 12 – IL CRISTO DI NICODEMO
E questo è solo un esempio di come Oristano sglobalizzandosi, inventando, valorizzando potrebbe sfruttare nel migliore dei modi la globalizzazione senza subirne gli effetti negativi. Faccio un’altro esempio clamoroso. Qualche anno fa ho scoperto nel meraviglioso Cristo di Nicodemo conservato nella chiesa di S.Francesco una caratteristica unica nel panorama mondiale dell’arte. Davvero unica. Questa adesso non è la sede per raccontarvela. L’ho comunque spiegata dettagliatamente in un racconto intitolato “Il posto della madre” inserito in “Cammellini che entrano ed escono dalle orecchie”, un mio libro pubblicato l’anno scorso da Bompiani. Ebbene se questa scoperta oggettiva, verificabile, fosse opportunamente propagandata il Cristo di Nicodemo finierebbe nell’empireo dell’arte mondiale di tutti i tempi. E verrebbero a vederlo da tutto il mondo. E poi magari andrebbero anche a visitare i Giganti di Monti Prama a Cabras, e la meravigliosa cattedrale romanica di Santa Giusta. Oristano in quanto ex capitale del Giudicato di Arborea e attuale capoluogo di provincia deve saper catalizzare l’attenzione su tutto il territorio. Perché Cabras, e Santa Giusta, e Santu Lussurgiu, e Terralba… sono Giudicato D’Arborea.

Cap. 13 – LA GENERAZIONE MILLENNIUM
Le opportunità possono essere tante, e stupefacenti. Basta sollecitare le intelligenze. Sfruttare i talenti. Promuovere la generazione Millennium, quella nata nell’epoca del web, che ha un potenziale formidabile. Un potenziale che non stiamo sfruttando. Noi, parlo non solo degli over 60 come me, ma anche degli over 50 e forse addirittura degli over 45, noi dicevo siamo novecenteschi. Non abbiamo la loro agilità nell’uso dei nuovi mezzi. Le nuove tecnologie, se usate bene, sono meravigliose. Sono magiche. Altro che sfera di cristallo!

Cap. 14 – FINALE
A questo punto avrei finito, perché voglio lasciare spazio alle eventuali domande dei giornalisti. Ma prima di chiudere consentitemi di fare alcune piccole puntualizzazioni.
Appena ho ventilato la possibilità di una mia candidatura a sindaco di Oristano anche nei social ho ricevuto moltissimi attestati di stima che mi hanno fatto molto piacere, ma non è mancata qualche aggressione anonima al limite dell’insulto, come se invece che l’ipotesi di un mio impegno civico avessi minacciato feroci atti di violenza contro chiunque. Ovviamente non risponderò a questi signori, non ne vale la pena. Invece vorrei rispondere a chi ha rilevato che non ho alcuna esperienza politica e amministrativa, ingiungendomi di lasciar perdere per lasciare il posto libero a chi ha questa esperienza. Bè, è da molti lustri che ci affidiamo a chi ha questa cosiddetta “esperienza politica”. Anche se fare il sindaco per me sarebbe una novità vorrei dire che sono abituato da sempre ad affrontare e dirigere situazioni complesse che prevedono l’amministrazione di budget anche molto grossi, moltissime competenze, molti linguaggi e molti coltelli in ogni angolo oscuro. Credo dunque di potermi adattare presto anche a questa nuova esperienza. Inoltre vorrei dire a questi signori che da sempre faccio politica.

Quando nel 1980, mentre guidavo la colonna di aiuti (circa 200 automezzi) dalla Sardegna per l’ Irpinia sconvolta da un terribile terremoto, intercettai le manovre criminali della Camorra che tentava di far sparire tutta la roba che arrivava dalla Sardegna riuscendo a bloccare quel traffico. E quando nel processo che seguì fui l’unico testimone d’accusa a Napoli e la Camorra fu condannata IO STAVO FACENDO POLITICA.

Quando nel 1997 partii da Lampedusa con Nichi Grauso, Vittorio Sgarbi, l’ermeneuta italo-americano Peter Glidewell e l’inviato del Corriere della sera Francesco Battistini violando l’odioso embargo totale imposto da sei anni alla Libia per salvare Marcello Sarritzu, un dirigente sardo tenuto sotto sequestro da Gheddafi IO STAVO FACENDO POLITICA.

Quando nel 2002 fui arrestato su un aereo Meridiana perché mi ero opposto all’ennesimo sopruso inflitto ai sardi dalla compagnia aerea che fingeva « problemi tecnici » facendo atterrare spessissimo i suoi aerei a Olbia per poi far prosegiuire i passeggeri in pullman sino a Cagliari per risparmiare tempo e carburante IO STAVO FACENDO POLITICA. Per inciso poi il giudice dichiarò che quell’arresto era totalmente illegale e la compagnia, ma guarda un po’, non ebbe più « problermi tecnici » su quella rotta.

E anche quando ho chiamato il mio amico Zorro perché si alleasse con i cittadini contro l’installazione di un’antenna pericolosa vicino a un asilo, o contro il totale disinteresse amministrativo per lo sport, o per l’abbandono di Torangius STAVO FACENDO POLITICA
Erano politica anche Radio Bu col bellissimo settimanale radiofonico La carta canta diretto dal compianto Gabriele Luperi.
Erano politica i processi alla città (come quello che condannò la Sartiglia a Milano)
Erano politica le celebrazioni per i 600 anni dalla morte di Eleonora, con tanto di fiaccolata notturna con tutti i sindaci della provincia e di Messa Corpore Absente con l’omelia di padre Alfonso Madeddu.
Era politica l”istituzione dell’Accademia Perduta del Giudicato d’Arborea con accademici del livello del filosofo Giulio Giorello, della scrittrice Barbara Alberti, di Massimo Fini, Vittorio Sgarbi, Carlo Pettinau, Gianluca Nicoletti, del monaco zen Fausto Taiten Guareschi, di Franco Fais, di Fabio Canessa…
Era politica lo spettacolo teatrale sulla Mutuo Soccorso adattato da un testo di Mariano Murru e interpretato da un grande Pino Porcu.
E ho visto mio padre, Giannino Martinez, che non ha mai avuto la tessera di nessun partito, fare politica senza guadagnare mezza lira salvando, negli anni 50, la Sartiglia quando davvero era ridotta al lumicino. E con lui il dottor Salvatore Manconi e il signor Antonio Loi, persone generosissime e meravigliose. E ho visto sfrecciare la medaglia d’oro olimpica Abdom Pamich in via Tirso verso piazza Roma perché, sempre con quei formidabili signori, papà aveva inventato e organizzava ogni anno uno stratosferico Settembre Oristranese con competizioni sportive di livello mondiale, come gare ufficiali di moto GP nel circuito di Torregrande. E negli anni ’50 ero bambino quando il signor Minieri, un geniale artigiano che però aveva l’abitudine, da toscano, di bestemmiare come un turco, mostrando a papà e a tre suore la statua di Eleonora d’Arborea che aveva appena terminato per la casa di riposo Eleonora d’Arborea, della quale Giannino era presidente, senza rendersene conto se ne uscì con una bestemmia molto pittoresca e io, papà e le suore facemmo olimpicamente finta di non sentire…
Potrei continuare molto, molto a lungo ma non è il caso. Termino qui.

Foto Linkoristano

Foto Linkoristano

Foto Linkoristano

Foto Linkoristano

Foto Linkoristano

Foto Linkoristano

Foto Linkoristano

Foto Linkoristano

Foto Linkoristano

Foto Linkoristano

commenta