Primo sì alla Legge sui piccoli Comuni - LinkOristano
Prima categoria

Primo sì alla Legge sui piccoli Comuni

Dalla Camera adesso passa al Senato

Primo sì alla Legge sui piccoli Comuni
Dalla Camera adesso passa al Senato

Nella seduta odierna la Camera dei deputati ha approvato la legge per il sostegno e la valorizzazione dei comuni con popolazione fino a 5000 abitanti.
Un testo di legge”, commenta la deputata del Pd Romina Mura, “che fa proprie molte delle considerazioni che portiamo avanti da tempo”.

“I piccoli comuni”, continua Mura, “rappresentano il 70% dei comuni italiani e oltre l’80% di quelli sardi. Parliamo del 55% del territorio nazionale e di oltre 10 milioni di italiani. La maggior parte di essi sono inseriti nelle aree interne e quasi tutti sono caratterizzati da pesanti fenomeni di spopolamento e da deficit infrastrutturali e di servizi”

Romina Mura

Romina Mura

“La legge oggi approvata alla Camera prevede tutta una serie di misure specifiche e soprattutto definisce una visione d’insieme, inclusiva e organica e una piattaforma di politiche strutturali capaci di innescare, se attuate e gestite con logica di sistema, effetti moltiplicatori e ricadute di lungo periodo”, continua ancora la deputata dem. “La stessa denominazione dello strumento – FONDO PER LO SVILUPPO STRUTTURALE ECONOMICO E SOCIALE DEI PICCOLI COMUNI – attraverso cui verranno finanziati i progetti presentati dai Comuni e che potrà contare su 100 milioni di euro nel 2017-2023, segnala il cambio di passo e di visione.
Interventi strutturali, che dovranno essere ideati e attuati con una logica di integrazione, complementarietà e sinergia con altre misure legislative di programmazione, riorganizzazione istituzionale, investimento e attribuzione di risorse. Con particolare riferimento:
alla Strategia nazionale per le Aree interne articolata in interventi tesi alla promozione dello sviluppo e ad assicurare alle stesse livelli adeguati di cittadinanza attraverso il potenziamento dei servizi essenziali ( salute, istruzione e mobilità);
-ai Piani di sviluppo rurale approvati dalle regioni italiane per il periodo di programmazione 2014-2020 e in ambito agli stessi ai Piani di sviluppo locale elaborati con l’approccio Leader e gestiti dai Gruppi di azione locale.
Alle politiche regionali e nazionali indirizzate alle aree di crisi non industriali e a quelle previste nei documenti di bilancio annuali e pluriennali.
Alle politiche di riduzione dei costi dell’amministrazione pubblica e di riorganizzazione dei servizi, che, come ribadisce chiaramente la legge, non possono essere attuate sulla base esclusiva di parametri numerici, senza considerare i contesti territoriali in cui vengono calate”.

“Relativamente agli interventi specifici previsti dal Fondo per lo sviluppo strutturale”, prosegue Mura, “attengono: alla valorizzazione dei fattori produttivi; all’avvio di politiche di ripopolamento; alla riorganizzazione dei servizi essenziali e delle relative modalità di fruizione che incidono pesantemente sui principali diritti di cittadinanza ( scuola, sanità, mobilità, accesso alla rete) e quindi sulla qualità di vita dei residenti; – al recupero e alla riqualificazione dei centri storici, del patrimonio architettonico pubblico e di quello abitativo privato, anche in funzione turistica ( in particolare per promuovere l’albero diffuso); – al miglioramento delle modalità di accesso ai territori e di riduzione delle distanze fisiche, anche in relazione alla possibilità di accesso effettivamente universale alla rete e alle connessioni veloci e ultraveloci, sebbene si risieda in aree cosiddette a fallimento di mercato; a progetti specifici che valorizzino le produzioni e i prodotti di qualità.

“La legge passa ora al Senato”, conclude Romina Mura . “Speriamo che lì non muoia, come è accaduto nelle scorse legislature”.

Mercoledì, 28 settembre 2016

commenta