La diligenza del passato e la donna del futuro - LinkOristano

La diligenza del passato e la donna del futuro

Il racconto di Beppe Meloni

Oristano diligenza

“Andausu, andeusu in nomini de Deus”
e la diligenza di tzia Arrosa va

di Beppe Meloni

Una vecchia diligenza in servizio tra Oristano, Busachi, Neoneli e Sorgono ai primi del Novecento

Una vecchia diligenza in servizio tra Oristano, Busachi, Neoneli e Sorgono ai primi del Novecento

Beppe Meloni

Beppe Meloni

Come amava raccontare Giuseppe Mocci, riolese doc, caro amico del bel tempo andato, la diligenza arrivava puntuale alle otto del mattino all’osteria delle sorelle Ledda,  nella centralissima Via Tirso. La guidava tzia Arrosa Ochi, titolare del servizio pubblico d trasporto passeggeri e merci sulla tratta Riola-Nurachi-Oristano. Un’altra diligenza più grande, trainata da due cavalli assicurava, invece, il servizio su una tratta più lunga Oristano-Busachi-Sorgono-Neoneli e ritorno.

Nel cortile interno dell’osteria Ledda, che funzionava anche da trattoria e da affittacamere, venivano parcheggiate diligenze, carrette e cavalli che sostavano prima di far ritorno ai paesi dell’interno. All’alba dell’Ottocento, con la Carlo Felice, ideata dal Carbonazzi del 1617 e che sarà ultimata soltanto nel 1829, per andare da Cagliari a Sassari ci volevano almeno 40 ore. Soltanto nel 1835 inizia a viaggiare sulla rotta Genova-Porto Torres il battello a vapore “Gulnara”, mentre la dorsale ferroviaria Cagliari-Sassari-Terranova (l’odierna Olbia) sarà inaugurata soltanto il primo luglio 1880 dal ministro dei lavori pubblici Alfredo Baccarini.

Tzia Arrosa possedeva una sola diligenza vecchia e sgangherata, guidata da un vecchio ronzino che attendeva solo di morire in pace. Trasportava passeggeri e merci e portava nei paesi provviste e giornali. Punti di riferimento erano le due farmacie, quella di Peppuccio e Gesuino Sanna in piazza Roma, vicino alle “loggette” del mercato, e quella dei fratelli Romolo e Remo Nurra, la più antica fondata nel 1883, al numero 53 di via Dritta, dove tzia Arrosa acquistava le medicine per i suoi clienti.

Figura unica e singolare, tzia Arrosa vestiva una gonna lunga e logora, la stessa per tutte le stagioni, grande fazzolettone in testa tipo spigolatrice, scarponi da montanaro, addosso estate e inverno, e un giubbotto grigio e logoro tipo SATAS di un tempo. Il servizio di trasporto durò sino al 1947, quando morì il vecchio ronzino. Un anno dopo anche tzia Arrosa, che ha ormai aveva superato la sessantina, passò a miglior vita. Poi inizierà quel faticoso processo di modernizzazione della società sarda, che lascia spazio alla speranza. Si conclude un bell’esempio di imprenditoria coraggiosa. Espressione popolare di un femminismo d’avanguardia “ante litteram”, in quella Oristano chiusa, bigotta e conservatrice. Una donna, tzia Arrosa, che anticipa di gran lunga e forse inconsapevolmente i tempi di quel processo di emancipazione femminile che nella società sarda maturerà con fatica soltanto dopo alcuni decenni.

Sabato, 20 agosto 2016

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