Gli studenti dell'Othoca contro la chiusura dei centri antiviolenza - LinkOristano

Gli studenti dell’Othoca contro la chiusura dei centri antiviolenza

Lettera al presidente della Regione

Francesco Pigliaru

Gli studenti dell’Othoca contro la chiusura dei centri antiviolenza
Lettera al presidente Pigliaru dai giovani organizzatori dello spettacolo benefico Se Rinasco

Che il tema della violenza sulla donne gli stesse a cuore lo avevano già dimostrato, organizzando la manifestazione benefica “Se Rinasco – Lo spettacolo della vista sta per Riniziare”, ora i due diciottenni studenti dell’Istituto Othoca di Oristano, Giuseppe Piredda e Mattia Urrai, forti delle loro convinzioni, scendono in campo al fianco della presidente dei centri antiviolenza di Nuoro, Olbia e Oristano, Patrizia Desole, contro la chiusura dei centri antiviolenza di Olbia e Nuoro, senza finanziamenti dal 2014.
Lo fanno con una lettera indirizzata dal presidente della Regione, che pubblichiamo integralmente.

Francesco Pigliaru

Francesco Pigliaru

Egregio signor presidente della regione Pigliaru,
siamo in due a scrivere questa lettera due giovani di 18 anni: Giuseppe Piredda di Paulilatino (piccolo paese di 2800 abitanti nella provincia di Oristano) e Mattia Urrai di Ollastra (altro piccolo paese di 1240 abitanti della provincia di Oristano). Da circa un anno combattiamo contro un fenomeno che si sta dilagando terribilmente: ovvero quello della violenza sulle donne! Abbiamo fatto eventi di beneficenza, il ricavato è stato devoluto al centro antiviolenza “Donna Eleonora” di Oristano.
Qualche giorno fa, la carissima Patrizia Desole, responsabile dei centri antiviolenza di Oristano, Olbia e Nuoro e, presidente dell’associazione “Prospettiva Donna”, le ha scritto e inviato una lettera aperta nel quale parlava dell’importanza dei centri antiviolenza e di chi ci lavora e sopprattutto del rischio della chiusura dei centri sardi di Olbia e Nuoro (non ricevono fondi dal 2014); infine chiedeva un mano di aiuto alla Regione; se questo aiuto non arrivasse la signora Desole ha minacciato lo sciopero della fame!
A questo appello ci aggreghiamo noi due e leggere attentamente le prossime righe.
Migliaia di donne, che usufruiscono di questo sevizio non avrebbero più nè un supporto, nè un punto d’appoggio e rischierebbero di continuare a subire violenza (di qualsiasi tipo esso sia: stolking, violenza verbale, violenza psicologica, violenza economica, violenza sessuale ecc.) e sopprattutto rischierebbero di morire! Le donne e i rispettivi figli che vivono nella casa rifugio protetta saranno costretti ad non avere più una protezione, un luogo in cui stare e rischiano più di tutti la morte!
Presidente vuole davvero che tutto ciò accada? Vuole davvero che migliaia di donne vengano violentate, massacrate, ammazzate o indotte al suicidio? Se la Regione non alzerà un dito sarà responsabile anch’essa come chi compie questi gesti! Vi faremo ritenere (da tutta la Sardegna attraverso stampa e social) responsabili di violenza anche solo se Patrizia Desole farà lo sciopero della fame!
Le chiediamo davvero di pensare a queste nostre parole, a quelle povere donne che soffrono; è una questione davvero urgente, e il tempo non gioca a nostro favore!

Penso che attraverso questa lettera siamo stati abbastanza chiari! Pretendiamo un incontro tra lei, noi e la sign. Patrizia Desole (o anche solo tra lei e Patrizia) il più presto possibile! Grazie dell’attenzione.

Giovedì, 28 luglio 2016

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