Alla Corte di giustizia europea le serre fotovoltaiche di Narbolia - LinkOristano

Alla Corte di giustizia europea le serre fotovoltaiche di Narbolia

Dopo il via libera del Consiglio di Stato, associazioni e comitato rilanciano con un nuovo ricorso e si appellano alle Procure di Oristano e Cagliari

Adiconsum - Incontro serre Narbolia

Alla Corte di giustizia europea le serre fotovoltaiche di Narbolia
Dopo il via libera del Consiglio di Stato, associazioni e comitato rilanciano con un nuovo ricorso e si appellano alle Procure di Oristano e Cagliari

Un momento dell'incontro di stamattina

Un momento dell’incontro di stamattina

Un ricorso alla Corte di giustizia europea verrà presentato da Adiconsum Sardegna, Comitato S’arrieddu per Narbolia e Italia Nostra Sardegna per ribaltare la sentenza defintiva del Consiglio di Stato che nei giorni scorsi di fatto ha dato il via libera al contestato impianto di serre fotovolatiche di Narbolia, da alcuni considerato il più grande parco fotovoltaico del mondo con 1614 serre ricoperte dai pannelli fotovoltaici disseminate su una superficie di 64 ettari. Lo hanno annunciato stamane a Oristano i dirigenti delle tre organizzazioni che si sono detti decisi anche ad assumere altre iniziative ed a sensibilizzare ulteriormente le Procure di Cagliari e Oristano destinatarie di esposti circa presunte irregolarità nella conduzione dell’operazione condotta dalla società Enervitabio Santa Reparata, dietro alla quale sono alcuni grossi gruppi economici e finanziari cinesi. La contestazione principale mossa da Giorgio Vargiu, presidente di Adiconsum Sardegna, da Pietro Porcedda, referente del Comitato civico S’Arrieddu per Narbolia, e da Graziano Bullegas, responsabile di Italia Nostra Sardegna, è legata all’attività prevalente dell’impianto di Narbolia. “Dovrebbe fatturare un euro in più dalle produzioni agricole, rispetto a quanto incassa dalla produzione di energia elettrica”, ha affermato Giorgio Vargiu, presidente di Adiconsum Sardegna. “Ma li sfido a dimostrare che ciò avvenga: questa non è un’attività agricola, ma una pura speculazione. E la società neppure deposita dal 2012 i propri bilanci alla Camera di commercio di Oristano”.

Vargiu ha mostrato anche alcune fotografie dalle quali si desumerebbe come nelle serre non vi sia al momento attività agricola, ma anzxi gli impianti si trovino in una situazione di precarietà, con le pecore che vi pascolano attorno.

Foto Adiconsum Sardegna

Foto Adiconsum Sardegna

Severe critiche sono state espresse, inoltre, sul recente pronunciamento del Consiglio di Stato. “Una sentenza politica”, hanno affermato Pietro Porcedda del Comitato civico S’Arrieddu per Narbolia e Graziano Bullegas di Italia Nostra Sardegna. Anche i loro avvocati Paolo e Andrea Pubusa (quest’ultimo per anni docente dell’Università di Cagliari) hanno giudicato negativamente la sentenza. Due le argomentazioni addotte per esprimere questo giudizio. La prima riguarda un provvedimento del Consiglio di Stato che aveva sospeso la sentenza del Tar Sardegna sfavorevole alla società Enervitabio rilevando la mancanza di interesse nella causa dell’associazione Adiconsum Sardegna che, invece, ha spiegato l’avvocato Paolo Pubusa, “ha nel suo statuto la tutela dell’ambiente come uno dei propri scopi”. La seconda argomentazione è legata alla motivazione principale dell’ultima sentenza del Consiglio di Stato: il ritardo nell’inoltro del ricorso. Un ritardo che secondo gli avvocati Andrea e Paolo Pubusa non ci sarebbe affatto. “La data di inizio dei lavori dell’impianto è del 17 febbraio 2012”, ha spiegato ancora l’avvocato Andrea Pubusa, “il ricorso è stato presentato il 13 aprile 2012”.

Venerdì, 4 marzo 2016

commenta