Maxi risarcimento milionario per l'incendio che devastò il Monte Arci - LinkOristano

Maxi risarcimento milionario per l’incendio che devastò il Monte Arci

Due imprenditori condannati dal Tribunale di Oristano. Riconosciuto un danno di oltre quattro milioni di euro

Maxi risarcimento milionario per l’incendio che devastò il Monte Arci
Due imprenditori condannati dal Tribunale di Oristano. Riconosciuto un danno di oltre quattro milioni di euro

Due imprenditori edili di Pau potrebbero essere chiamati a pagare 4.318.000 euro per i danni ambientali ai boschi pubblici dei comuni di Pau, Usellus Villaurbana e Villaverde causati dal pauroso incendio che nel luglio del 2009 aveva interessato una superificie di quasi 2500 ettari. La stima del maxi risarcimento è contenuta in una sentenza di primo grado del Tribunale di Oristano che ha condannato M.D ed E.D di Pau, rispettivamente di 57 e 62 anni, ad un anno e sei mesi di reclusione  e a versare subito nelle casse della Regione Sardegna e del Tribunale di Oristano 300.000 euro, le spese sostenute nelle operazioni di spegnimento e degli oneri processuali, mentre altri 40.000 euro sono stati addebitati per le spese di ricostituzione boschiva dei terreni amministrati dall’Ente Foreste della Sardegna e danneggiati dall’incendio.

Il bosco incenerito sul Monte Arci - Foto Aldo Carcangiu da  pagina Facebook "Bannersi nel mondo"

Il bosco incenerito sul Monte Arci – Foto Aldo Carcangiu da pagina Facebook “Bannersi nel mondo”

I due imprenditori sono stati giudicati con l’accusa di incendio colposo. Secondo gli accertamenti del Nucleo Investigativo del Corpo Forestale di Oristano (NIPAF), portati in sede di dibattimento, M.D. ed E.D., erano stati incaricati di smaltire in cartiera materiale cartaceo proveniente dagli uffici del comune di Nureci, dove avevano eseguito dei lavori. Ignorando però ogni regola di buon senso, oltre che quelle fissate dalle norme antincendio e sulla eliminazione dei rifiuti, il 23 luglio del 2009, con il termometro che segnava 40° e l’umidità relativa dell’aria scesa sotto il 70%, decisero di incenerirlo in un azienda di loro proprietà, in prossimità del campo sportivo di Pau. Pensavano forse di risparmiare in quel modo tempo e danaro, non preoccupandosi troppo, per giunta, di verificare che le ceneri fossero perfettamente spente.

Intorno alle 12,45, a causa di un repentino forte vento di scirocco, i residui cartacei incombusti ripresero a bruciare e, in un attimo, il fuoco investì le erbe secche circostanti per poi dirigersi velocemente ai margini della strada provinciale Pau-Villaverde.

L’incendio divenne da subito ingovernabile, percorrendo ben 2.500 ettari di superficie boschiva del Monte Arci.

L'avanzare dell'incendio  nei boschi del Monte Arci - Foto Aldo Cambosu da gruppo Facebook "Bannaresi nel mondo"

L’avanzare dell’incendio nei boschi del Monte Arci – Foto Aldo Carcangiu da gruppo Facebook “Bannaresi nel mondo”

Alcuni testimoni sentiti nei giorni successivi dichiararono che dalle 7 alle 10 del mattino dello stesso 23 luglio avevano visto una colonna di fumo che saliva dai terreni dell’azienda dei due incendiari. Informazioni confermate dalle indagini che, dall’esame delle tracce residue della combustione, poterono accertare che si trattava del materiale cartaceo che doveva essere invece smaltito in cartiera.

Le operazioni di spegnimento, andate avanti senza pausa per tre giornate consecutive, richiesero ingenti interventi di personale del Corpo Forestale, con mezzi aerei e terrestri, e squadre a terra dell’Ente Foreste, cui si aggiunse l’opera di mezzi meccanici reperiti sul posto. La bonifica, a causa delle continue riaccensioni, si protrasse, per ben 25 giorni.

Nel ricordo delle comunità dei paesi posti intorno al Monte Arci sono ancora ben presenti quei tre giorni di fuoco e paura che portarono danni ingenti all’ambiente e alle aziende agricole, che lambirono le case e solo per l’incessante lavoro dell’apparato antincendio non portarono a peggiori conseguenze.

Lunedì, 9 ottobre 2015

commenta