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Piccole e medie imprese: Oristano maglia nera in Sardegna

La provincia fanalino di coda nei dati estratti dallo studio Movimprese per il tasso di crescita

Negozio chiuso

Piccole e medie imprese: Oristano maglia nera in Sardegna
La provincia fanalino di coda nei dati estratti dallo studio Movimprese per il tasso di crescita

Oristano maglia nera per le piccole e medie imprese, in un contesto isolano nel quale il primo trimestre chiude con segno negativo: 3.023 nuove aziende a fronte di 3.236 cessazioni (-213 imprese)
Il tasso di crescita è stato di – 0,13% contro la media italiana di – 0,31%: nella penisola sono state perse oltre 18mila aziende.
Segnali negativi anche per il settore artigiano: – 353 imprese in tre mesi
La crisi delle imprese artigiane è strettamente collegata con quella del settore edile.
Sassari continua ad essere la provincia sarda più intraprendente per numero di imprese, Cagliari quella in cui il settore artigiano tiene di più, Oristano quella che registra i risultati peggiori.
Lo stock complessivo di imprese al 31 marzo 2015 era 166.795 aziende di cui 37. 360 artigiane. Lo stock delle imprese cooperative era invece di 4.619 con 46 coop in più rispetto al 2014.

Piras e Porcu (CNA): “Le piccole e medie imprese della Sardegna hanno voglia di reagire, ma hanno bisogno di istituzioni che le aiutino a svilupparsi e creare lavoro. La crisi del settore artigiano è collegata a quella dell’edilizia. Bisogna incentivare le costruzioni in modo intelligente e senza consumare altro suolo: le istituzioni diano gambe alla nostra proposta che prevede la riqualificazione del grande patrimonio edilizio vetusto”.

Negozio chiusoDopo un 2014 di leggera ripresa che aveva segnato un aumento di oltre mille imprese, il 2015 registra in Sardegna una nuova flessione. Nel primo trimestre del 2015 i registri delle Camere di Commercio sarde hanno infatti registrato un leggero saldo negativo tra le iscrizioni di nuove imprese e le cessazioni (3.023 domande di iscrizione a fronte di 3.236 cessazioni: il tasso di crescita registrato nella nostra regione è stato di – 0,13%, in sintonia con il resto d’Italia che ha registrato complessivamente una flessione dello 0,31%, oltre 18mila aziende in meno. Negativi anche i numeri dell’artigianato. Nei primi tre mesi dell’anno il saldo tra iscrizioni e cessazioni di imprese artigiane è stato di -353 con un tasso di crescita di – 0,94%, leggermente superiore rispetto al resto d’Italia in cui le aziende artigiane hanno registrato una flessione di oltre 14mila unità. Lo annuncia la Cna Sardegna analizzando i dai dati sulla nati-mortalità delle imprese italiane nel primo trimestre 2015 appena resi noti da Movimprese – la rilevazione condotta sui Registri delle imprese delle Camere di commercio italiane da Unioncamere-InfoCamere.
Il sistema Italia, in questo primo trimestre del 2015 ha registrato complessivamente un saldo negativo di 18.685 imprese con un leggero rallentamento delle cessazioni di impresa ma anche con il minimo storico di iscrizioni degli ultimi anni.
La ricerca Movimprese segnala a livello nazionale la nascita nel primo trimestre dell’anno di 114.502 nuove iniziative economiche, 872 in meno dello stesso periodo dello scorso anno. E’ stata però più contenuta la riduzione delle cessazioni di imprese esistenti (133.187 le chiusure, valore più contenuto degli ultimi dieci anni): il saldo di -18.685 unità segna – secondo la ricerca nazionale – un relativo miglioramento rispetto allo stesso trimestre dei tre anni precedenti. Infatti, considerando che a fronte di un saldo del primo trimestre negativo per 24.490 unità il 2014 si è concluso con un bilancio positivo per 30.718 imprese, il contenimento del saldo negativo dei primi tre mesi di quest’anno lascia spazio ad aspettative moderatamente positive sugli sviluppi del 2015.

I settori che più degli altri continuano a tenere sono quelli del noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (+1.953 imprese, di cui 501 artigiane), i servizi di informazione e comunicazione (+534) e sanità e servizi sociali (+237). Quello che invece arretra maggiormente è il settore delle costruzioni, cui globalmente si deve il 41,7% dell’intero saldo negativo (7.785 imprese in meno). Da notare che nell’edilizia il comparto non artigiano è lievemente cresciuto: il crollo delle imprese edili artigiane è stato invece di -8.701 unità, un valore che da solo spiega completamente l’ulteriore battuta d’arresto dell’intero comparto edile.
La ricerca dell’Unioncamere segna infine una leggera frenata dei fallimenti: tra gennaio e marzo le imprese che hanno aperto una procedura fallimentare sono state 3.588, contro le 3.607 che avevano portato i libri in tribunale nel primo trimestre del 2014.

I dati per provincia. I dati provinciali estratti dallo studio Movimprese dicono che Sassari, con 1.001 nuove imprese contro 1.021 cessazioni, è la provincia sarda che ha registrato il tasso di crescita meno negativo (-0,04%). Segue Nuoro con una crescita di – 0,08% (507 iscrizioni e 530 cessazioni). Cagliari registra un tasso di – 0,15% (1.279 iscrizioni e 1.380 cessazioni). Fanalino di coda è la provincia di Oristano che con 236 nuove aziende iscritte e 305 cessazioni registra il risultato peggiore (-0,48%). Quanto alle imprese artigiane l’analisi a livello provinciale dice invece che Cagliari registra un saldo leggermente meno negativo (-0.53%) seguita da Sassari (-1,03%), Nuoro (-1,08%) e Oristano (-2,03%).

“Il segnale che arriva dai dati Movimprese per la Sardegna riflette il momento storico che sta vivendo l’intero Paese”, commentano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna. “C’è una timida ripresa ma il nostro sistema imprenditoriale scontando ancora gli effetti di una crisi lunga e devastante. Non possiamo non notare come la flessione del settore artigiano sia strettamente collegata a quella dell’edilizia, in Italia così come in Sardegna. L’edilizia è un settore strategico che deve essere incentivato in modo intelligente, senza consumare ulteriormente il nostro paesaggio. Da tempo la Cna Sardegna sostiene la necessità di una seria programmazione degli interventi pubblici e privati finalizzati alla riqualificazione del nostro patrimonio edilizio che possa ridare fiato alle tante imprese che ormai da sette anni stanno vivendo una crisi nera. Abbiamo fatto una proposta alle istituzioni che pare l’abbiano recepita con entusiasmo, ora speriamo che alle parole seguano i fatti. Le piccole e medie imprese della Sardegna hanno voglia di reagire ma hanno bisogno di istituzioni capaci che siano in grado di aiutarle a svilupparsi e creare posti di lavoro”.

Martedì, 28 aprile 2015

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