Dai Comuni dell'Alta Marmilla via al progetto pilota per le aree interne - LinkOristano
In Sardegna

Dai Comuni dell’Alta Marmilla via al progetto pilota per le aree interne

Regione ed Enti Locali insieme per far ripartire i centri svataggiati e, dunque, l'Isola

Ruinas

La nuova programmazione territoriale entra in fase operativa per creare opportunità di lavoro e sviluppo economico-sociale. Parte, infatti, domani con il progetto pilota dell’Alta Marmilla la sperimentazione della strategia nazionale per le aree interne in Sardegna che mette al centro la qualità della vita delle persone, ovvero uno sviluppo intensivo – con l’aumento del benessere e dell’inclusione sociale – e uno sviluppo estensivo, con l’aumento della domanda di lavoro e dell’utilizzo del capitale territoriale.

Ruinas - Foto da sito www.unionecomunialtamarmilla.it

Ruinas – Foto da sito www.unionecomunialtamarmilla.it

Le proposte, invece che essere calate dall’alto, arriveranno direttamente dal territorio per assecondarne le naturali vocazioni, purché coerenti con le linee strategiche regionali, e saranno finanziate nell’ottica multifondo della programmazione unitaria dei finanziamenti (europei, nazionali, e regionali). Regione e Comuni insieme, dunque, per far ripartire tutte le zone dell’isola, prima di tutto quelle più a rischio spopolamento, e rimettere così in moto l’economia.
“Le Aree Interne rappresentano una rilevante opzione strategica per la Programmazione 2014-2020, che si consolida nell’Accordo di Partenariato e nei Programmi”, spiega l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci.
“Vengono identificate in base alla distanza dai centri di offerta di servizi essenziali, cioè”, afferma l’assessore Paci, “di quei diritti di cittadinanza come sanità, istruzione, mobilità, connettività virtuale, che riduce il benessere della popolazione locale e ne limita scelte e opportunità. Non sono aree deboli, anzi sono zone molto ricche di importanti risorse naturali, paesaggistiche, culturali e di saperi tradizionali spesso però dimenticati e inutilizzati”.
“È su queste risorse che bisogna puntare fortemente”, conclude il vicepresidente della Regione, “per far ripartire quei territori e, di conseguenza, l’intera Sardegna”.
Dunque la strategia prevede da un lato di incrementare l’offerta di servizi pubblici per garantire i diritti di cittadinanza, dall’altro di far crescere la domanda di lavoro, l’occupazione e l’utilizzo del capitale territoriale. Un ruolo chiave in questo processo lo avranno gli enti locali coinvolti attraverso partenariati reali e non rituali in una dimensione nazionale e di Governance multi-livello (Amministrazioni centrali, Regioni, Associazioni/Unioni di Comuni).

Sabato, 18 aprile 2015

 

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