Detenuto di Massama in carrozzina, ma resta compatibile con il carcere - LinkOristano

Detenuto di Massama in carrozzina, ma resta compatibile con il carcere

Prosegue la battaglia del movimento Sdr per l'uomo di Fluminimaggiore. Si chiede il ricovero in clinica

Carcere di Massama

“Gigino Milia, 68 anni, di Fluminimaggiore, ristretto nel carcere di Oristano-Massama, è affetto da stenosi del canale vertebrale cervicale e lombare. Ha un deficit funzionale dell’arto inferiore destro con limitazioni della stazione eretta e della deambulazione inoltre presenta fattori di rischio per una cardiopatia ischemica su una possibile base aterosclerotica coronarica”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” con riferimento all’esito della perizia che il Tribunale di Cagliari ha affidato al dottor Antonello Usai, esperto in medicina legale.

Il carcere di Massama

Il carcere di Massama

“Una diagnosi”, afferma Caligaris, “che conferma le precarie condizioni di salute di Milia ricoverato nelle scorse settimane nell’Unità Operativa di Neurologia dell’Ospedale “Brotzu” di Cagliari per accertamenti diagnostici. Per l’uomo, sottoposto a risonanza magnetica nucleare, i Medici hanno disposto un trattamento farmacologico e fisiatrico nonché un intervento chirurgico (laminectomia decompressiva lombare e cervicale) per la decompressione del midollo spinale e/o dei nervi spinali nelle due parti del corpo. Nella Cartella Clinica viene evidenziato peraltro che il paziente “viene ricoverato a causa di una difficoltà a deambulare presente da diversi mesi”. L’esame neurologico rivela “ipostenia arti inferiori, maggiore a destra e parestesie alle mani”.
“Davanti a un quadro clinico così complesso, suscitano perplessità”, osserva la presidente di SDR, “le conclusioni a cui è pervenuto il perito del Tribunale per il quale il paziente può presenziare alle udienze “con l’utilizzo di una sedie a rotelle”. Secondo il dottor Usai infatti: “L’insieme delle patologie presenti determina una compromissione significativa delle condizioni di salute di Milia e tuttavia senza i requisiti delle stesse patologie di ‘particolari gravità’ ovvero ‘in fase così avanzata da non rispondere più ai trattamenti disponibili e terapie’”.
“Insomma”, conclude Caligaris, “benché Milia non sia più autosufficiente non può essere considerato incompatibile alla detenzione. Deve però stare in un Istituto dotato di Centro Clinico, disporre di una sedia a rotelle per gli spostamenti e di un “piantone” per l’igiene personale, per vestirsi e compiere gli ordinari gesti quotidiani. Ma se queste sono le condizioni di un ammalato non sarebbe più opportuno ricoverarlo in una Clinica affinché possa essere curato in attesa che si concluda l’iter processuale? Se non sarà fermato il processo degenerativo l’uomo non potrà più muovere neppure le braccia ammesso che nel frattempo non ci siano altri imprevisti”.

Lunedì, 30 marzo 2015

 

commenta