Contratto di fornitura elettrica, ma il cliente non sapeva: indagine per truffa - LinkOristano

Contratto di fornitura elettrica, ma il cliente non sapeva: indagine per truffa

Ai carabinieri presentate alcune denunce. Si ricercano i procacciatori che hanno messo in piedi il presunto raggiro

Ci risiamo: i carabinieri della Compagnia di Ghilarza hanno dovuto avviare una nuova indagine con l’ipotesi di falso e truffa ai danni di diversi utenti privati della zona che si sono visti appioppare contratti di fornitura elettrica a loro insaputa. Sono stati gli stessi utenti a rivolgersi ai carabinieri dopo aver ricevuto bollette, con l’addebito del servizio di somministrazione di energia elettrica, da parte di una società con la quale non avevano sottoscritto alcun contratto. E’ stato così che alcuni di loro, riferiscono i militari, nell’acquisire dalla società interessata copia del contratto, hanno scoperto che la firma che era stata apposta per la conclusione dell’accordo era palesemente falsa. I casi sotto esame sono quattro.

Il capitano Alfonso Musumeci

Il capitano Alfonso Musumeci

I carabinieri della Compagnia di Ghilarza, sotto il coordinamento del Capitano Alfonso Musumeci, hanno subito avviato le indagini per risalire all’identificazione dei procacciatori d’affari che hanno presentato alla società di distribuzione i contratti conclusi con gli “ignari” cittadini. Si stanno acquisendo elementi soprattutto relativamente alla presenza di diversi procacciatori nei Comuni dell’alto oristanese nel periodo scorso.

Già alcuni mesi fa i carabinieri della Compagnia avevano identificato e denunciato, per falso e truffa, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale Oristano, alcuni procacciatori d’affari che proponevano la sottoscrizione di contratti per la somministrazione di energia elettrica con una nota società nazionale del settore.

“Quando non si ha alcuna intenzione di sottoscrivere tali contratti”, avverte il comandante della Compagnia dei carabinieri di Ghilarza Alfonso Musumeci, ” è meglio non ricevere i procacciatori e non rilasciare loro alcuna copia di documenti personali come ad esempio la carta d’identità che contiene anche la firma dell’interessato”.

Giovedì, 19 marzo 2015

 

 

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