Integrazione ospedale-territorio: parte a Bosa il primo progetto in Sardegna - LinkOristano

Integrazione ospedale-territorio: parte a Bosa il primo progetto in Sardegna

Al Mastino saranno uniti i servizi di medici di famiglia, specialisti ambulatoriali e guardie mediche

Partirà da Bosa il progetto pilota, primo in Sardegna, volto all’integrazione delle attività sanitarie fra ospedale e territorio.

“Il modello, che potrà essere esportato anche in altre realtà isolane, è un esperimento innovativo che risponde non solo alle indicazioni della legge Balduzzi ed a quelle del recente Patto per la Salute 2014-2016, ma soprattutto alle esigenze del territorio e dei cittadini della Planargia”, spiega il neocommissario dell’Azienda Sanitaria Locale n.5 di Oristano Maria Giovanna Porcu, che oggi ha incontrato gli amministratori del territorio per illustrare loro il progetto.

Maria Giovanna Porcu

Maria Giovanna Porcu

La novità più rilevante sarà legata alla creazione di servizi integrati: lavoreranno fianco a fianco medici di medicina generale, specialisti ambulatoriali, medici di continuità assistenziale (guardie mediche) ed in prospettiva anche altre professionalità, come i pediatri di libera scelta. Il servizio, che sarà collocato al piano terra dell’ospedale Mastino, ha lo scopo di realizzare una sorta di “filiera della salute” a cui il paziente potrà rivolgersi per le più diverse necessità, dalla visita generica all’esame specialistico. Un duplice vantaggio per il cittadino, che troverà concentrati professionalità e prestazioni in un unico punto e che potrà ricevere una risposta alle proprie esigenze non solo negli orari di apertura dell’ambulatorio del proprio medico di famiglia, ma in un raggio temporale più esteso (grazie alla collaborazione e all’alternanza tra i professionisti, si punta a coprire in futuro l’intero arco delle 24 ore giornaliere).

“Quello dell’ambulatorio integrato”, ha spiegato la dottoressa Maria Giovanna Porcu, “è stato oggetto di un project work appositamente studiato dai direttori dei distretti all’interno di un percorso formativo che la nostra Azienda ha promosso, per cui abbiamo già esaminato nel dettaglio come dovrà funzionare ed essere applicato il nuovo modello: abbiamo elaborato nel dettaglio le procedure e le strategie per metterlo in atto”.

Sempre al piano terra del nosocomio bosano troveranno spazio l’ampia sala del CUP (Centro Unico di Prenotazione), di recente ristrutturazione, il Pronto Soccorso e la Radiologia, oltre agli ambulatori degli specialisti ambulatoriali e dei medici di famiglia.

Al primo piano resteranno attive le Unità Operative di Medicina e Chirurgia: una scelta, quella di istituire il piano unico delle degenze, che era già stata adottata e messa in atto dalla precedente amministrazione Asl nell’ottica di rendere più snella e funzionale la presa in carico dei pazienti e la gestione del personale, ma che non intacca in alcun modo la qualità dei servizi resi agli utenti.

A completare l’offerta dell’ospedale Mastino sarà il nuovo Centro Dialisi, che sarà situato nell’edificio in cui fino a pochi anni fa erano ospitate le suore che prestavano assistenza spirituale nel nosocomio ed oggi inutilizzato. La struttura, che sarà dotata di sei posti rene più uno per acuti, potrà soddisfare in loco le esigenze di quei pazienti della Planargia che soffrono di insufficienza renale e che attualmente devono affrontare scomode e costose trasferte verso Oristano, Ghilarza o Nuoro per sottoporsi ai periodici cicli di dialisi. A rendere possibile l’intervento è stato un finanziamento regionale da 935.000 euro destinato alla Casa della Salute: nel settembre scorso la Asl 5 ha proceduto all’affidamento dei lavori ed entro fine 2015 si conta di poterli chiudere.

“Nel complesso”, ha commentato la dottoressa Porcu, “puntiamo a fare del Mastino un vero e proprio modello di integrazione ospedale-territorio, che integri fortemente i servizi sanitari del territorio e quelli ospedalieri e che risponda in maniera ottimale ed appropriata alla domanda di salute dei cittadini. Quella che vogliamo mettere in atto è una trasformazione importante, ma non va letto in alcun modo come un depotenziamento: nessun servizio o reparto sarà cancellato, ne saranno semmai aggiunti di nuovi. L’offerta sanitaria sul territorio sarà ampliata e tarata sulle effettive necessità dei pazienti. Partiamo da Bosa”, ha concluso il Commissario, “ma puntiamo ad esportare questo progetto pilota anche negli altri territori della nostra Asl e a diventare un modello innovativo per la Sardegna”.

Mercoledì, 18 febbraio 2015

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