Ambientalisti: "Termodinamico a San Quirico? Finalità speculative” - LinkOristano

Ambientalisti: “Termodinamico a San Quirico? Finalità speculative”

Il Gruppo di intervento giuridico chiede lo stop del piano: la zona è agricola e tutelata, c'è la "Gallina prataiola". A rischio 28 posti di lavoro

progetto termodinamico

Gli ecologisti del Gruppo d’Intervento Giuridico chiedono al Servizio regionale S.A.V.I. la dichiarazione di non compatibilità ambientale del progetto ibrido di centrale solare termodinamica e centrale a biomassa della società bolzanina San Quirico Solar Power s.r.l., che interessa circa 55 ettari nella località agricola di San Quirico, verso le pendici del Monte Arci, a Oristano. L’associazione ha inviato diverse osservazioni al procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.). Tra le motivazione addotte dagli ambientalisti la localizzazione in una zona agricola di un progetto a vocazione industriale, l’impatto sull’ambiente e sull’habitat naturale della Gallina prataiola e il rischio di perdita di 28 posti di lavoro.

Interessati oltre al Servizio sostenibilità ambientale (S.A.V.I.) della Regione autonoma della Sardegna, titolare del procedimento, anche la Commissione europea, il Ministero dell’ambiente e il Comune di Oristano.

Il progetto. “Il progetto ha caratteristiche propriamente industriali, ha natura ibrida, comprendendo una centrale solare termodinamica (superficie 48 ettari, specchi solari parabolici con diametro mt. 7,5 e altezza mt. 1,7 dal suolo),  una centrale a biomassa (potenza 4 MW elettrici) e  opere connesse (linea ad alta tensione 150 kv lunga km. 7, stazione, ecc.) interessante complessivamente circa 55 ettari con potenza complessiva lorda 10,8 MW elettrici”, scrivono in una nota gli ecologisti del GriG.

Zona agricola. “L’area individuata è parzialmente tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) perché attraversata da corsi d’acqua (Rio Merd’e Cani, Canale Adduttore Tirso-Arborea, Canale di Bonifica Spinarba), è classificata in “zona agricola E” (E2, E3, E5) e (piccola parte) in “zona di rispetto H” (HAR 2) del vigente P.U.C. di Oristano”, continuano dal GriG, ricordando che “nelle zone agricole E degli strumenti urbanistici comunali, possono essere autorizzati soltanto interventi relativi ad attività agricole e/o strettamente connesse, in particolar modo in Sardegna (art. 13 bis della legge regionale n. 4/2009 e s.m.i. e art. 3 del D.P.G.R. 3 agosto 1994 , n. 228, direttive per le zone agricole).

Gli impatti sull’ambiente. “Pesanti gli impatti sull’ambiente e il contesto socio-economico locale”, denunciano gli ambientalisti.

“La zona ha vocazione strettamente agricola e l’impianto complesso in progetto è di sicura natura industriale, come tale dovrebbe trovare collocazione in aree industriali a tali fini già infrastrutturate”.

“La prevista centrale a biomassa”, incalzano ancora gli ambientalisti, “prevede poi l’utilizzo giornaliero di ben 70-75 tonnellate di biomassa legnosa per sette mesi (210 giorni), cioè ben 14.700-15.750 tonnellate annue di biomassa legnosa all’anno: da dove arriveranno? I quantitativi idrici necessari al funzionamento dell’impianto complesso sono stimati in 117.000 metri cubi di acqua/anno, sarebbero prelevati da due pozzi da realizzare nel sito e sarebbero sottratti alle attività agricole esistenti nell’area interessata dal progetto”.

C’è da tutelare la Gallina prataiola. “Come ben noto alla stessa Società industriale”, scrivono ancora dal GriG, “il progetto interferisce con uno degli habitat delle residue popolazioni di Gallina prataiola, rispetto alla quale, nell’ambito del Piano d’azione per la salvaguardia e il monitoraggio della Gallina prataiola e del suo habitat in Sardegna (Assessorato della Difesa dell’Ambiente – RAS, 2011), sono state evidenziate due aree riproduttive. In una di queste, ubicata a sud rispetto al sito d’intervento progettuale e distante dallo stesso circa 1,2 km, è stata accertata la presenza di un maschio territoriale, mentre nell’altra, ubicata ancora più a sud a circa 5,2 km, sono stati censiti 15 maschi territoriali. Una parte dell’area interessata dall’intervento progettuale proposto comporta la sottrazione di potenziale habitat di alimentazione pari ad una superficie di circa 30 ettari, mentre non vi è nessuna interazione negativa con le aree riproduttive segnalate” (Sintesi non tecnica, pag. 73)”.
“La Gallina prataiola (Tetrax tetrax)”, spiegano gli ambientalisti, “è in grave pericolo di estinzione e come tale è inserita nell’allegato I della direttiva n. 2009/147/CE sulla tutela dell’avifauna selvatica”.

Posti di lavoro a rischio. “Inoltre”, denunciano ancora dal GriG, “un evidente saldo negativo potenziale emerge dallo studio di impatto ambientale (S.I.A.) dove vengono ipotizzati 90 posti di lavoro in fase di realizzazione e 20 posti di lavoro in fase di gestione, ma sarebbero a rischio 28 posti di lavoro già esistenti (13 Agriturismo e Fattoria didattica Archelao, 5 agrimacelleria Accareddu, 8 Aziende agricole cugini Tolu, 2 vigneto biologico locale). Una vera e propria beffa in proposito”.

“Finalità speculative”. “Spiace che sia il Comune di Oristano abbia dato la disponibilità politica in cambio di 50 mila euro all’anno”, continuano gli ambientalisti. “Ancor più chiara la finalità sotto l’aspetto strettamente energetico: l’energia elettrica prodotta dall’impianto non servirebbe in alcun modo al fabbisogno regionale”.
“Infatti”, annunciano gli ambientalisti, “ecco i numeri dell’energia in Sardegna, come emergono dai dati Terna s.p.a. (31 dicembre 2012) e dal P.E.A.R.S. adottato con deliberazione Giunta regionale n. 4/3 del 5 febbraio 2014:
18 impianti idroelettrici (potenza efficiente lorda MW 466,7; producibilità media annua GWh 699);
44 impianti termoelettrici (potenza efficiente lorda MW 2.822,5);
47 impianti eolici (potenza efficiente lorda MW 988,6);
22.287 impianti fotovoltaici (potenza efficiente lorda MW 558,2);
energia richiesta in Sardegna: GWh 10.998,8; energia prodotta in più rispetto alla richiesta: GWh 2.348 (+ 21,3%);
produzione energia: GWh 14.535; produzione netta per il consumo: GWh 13.346,8;
energia esportata verso la Penisola: GWh 1.632,5; energia esportata verso l’Estero (Corsica): Gwh 715,6; Terna s.p.a. stima un’esportazione complessiva di energia pari GWh 4.000 per l’anno 2013; perdita complessiva della rete: MWh 600;
fonte di produzione: 78% termoelettrica, 11% eolica, 5% bioenergie, 5% fotovoltaico, 1% idroelettrico”.
“L’impianto complesso in progetto”, concludono dal GriG, “appare avere, quindi, finalità puramente speculative: certificati verdi e benefici vari derivanti dalla produzione energetica da fonti rinnovabili. L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha chiesto al Servizio regionale S.A.V.I. la dichiarazione di non compatibilità ambientale del complesso di opere in progetto”.

“Chi volesse”, aggiungono infine gli ambientalisti, “può chiedere il fac simile per inoltrare un proprio atto di intervento con osservazioni al Gruppo d’Intervento Giuridico onlus all’indirizzo di posta elettronica grigsardegna5@gmail.com”.

Lunedì, 9 febbraio 2015

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