Due nipoti spararono contro la casa dello zio vigile a Mogoro, arrestati - LinkOristano

Due nipoti spararono contro la casa dello zio vigile a Mogoro, arrestati

Svolta nelle indagini dei carabinieri che hanno portato alla luce una triste vicenda familiare

Sono due nipoti della vittima gli autori dell’attentato al vigile urbano di Mogoro Giuseppe Scanu, compiuto il 18 luglio scorso, dietro al quale c’è una triste storia familiare. Ne sono convinti i carabinieri della Compagnia di Mogoro che ieri pomeriggio hanno notificato un ordine di custodia cautelare in carcere a Manuel Piras di 23 anni e un provvedimento di arresti domiciliari per il fratello, Alessandro Piras, di 22 anni. Entrambi sono accusati di minaccia aggravata, detenzione e porto illegale di arma comune da sparo.

Il capitano Piero Orlando

Il capitano Piero Orlando

Secondo le indagini condotte dai carabinieri, sotto il coordinamento del capitano Piero Orlando comandante della Compagnia di Mogoro e del maresciallo Stefano Mancosu, già comandante della stazione di Mogoro, i due fratelli avrebbero agito per vendicare l’arresto del loro padre, Salvatore Piras, fratello della moglie del vigile urbano. Piras a novembre dell’anno scorso era finito in carcere con una pena di 3 anni e 4 mesi di reclusione da scontare e l’accusa di minacce ed estorsione nei confronti della madre anziana, per una vicenda del 2010. I figli erano convinti che a incastrarlo sarebbero state le testimonianze degli zii, ai quali avevano proferito diverse minacce sino ad arrivare all’attentato del 18 luglio. I due fratelli in piena notte avevano esploso cinque colpi con un fucile caricato a pallettoni contro la porta d’ingresso e una finestra della camera da letto dell’abitazione di Giuseppe Scanu. Fortunatamente i colpi non avevano raggiunto nessuno. Un pallettone di rimbalzo era caduto sul letto della camera dove riposavano il vigile, la moglie e una nipotina.

Ad incastrare Manuel Piras e suo fratello Alessandro, entrambi disoccupati, le successive intercettazioni predisposte dai carabinieri, durante le quali avrebbero riferito della “lezione” data agli zii. I militari non sono riusciti a recuperare il fucile, ma dalle indagini hanno ascritto la maggiore responsabilità dell’attentato a Manuel Piras, attribuendo un ruolo marginale al fratello Alessandro.

Martedì, 4 novembre 2014

 

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