A piedi da Laconi a Gesturi, la Sardegna marcia ancora per la pace - LinkOristano

A piedi da Laconi a Gesturi, la Sardegna marcia ancora per la pace

Domenica prossima la 13° edizione dell'iniziativa. Focus della manifestazione lo smantellamento delle basi militari nell'Isola

La Sardegna marcia ancora per la pace, domenica prossima, 26 ottobre, giornata della 13° edizione della marcia sarda per la pace LACONI – GESTURI. Una marcia che, negli intenti degli organizzatori, sarà una tappa nel cammino di liberazione dalla guerra. L’iniziativa è stata presentata stamattina a Cagliari.

“Continuiamo a marciare”, spiegano gli organizzatori dell’iniziativa, “poiché non sono state ancora rimosse le motivazioni che ci hanno spinto a cominciare: la nostra Isola, pur ricoprendo solo l’8% della superficie del territorio italiano, viene gravata dal 61% delle basi e poligoni militari di tutta Italia”.

La locandina della Marcia - Clicca per ingrandire

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“La militarizzazione del territorio”, continuano, “è globale e intrinseco ai nuovi modelli di difesa, di logiche di guerra e controllo del pianeta che, dalle avventure coloniali in poi, caratterizzano le politiche degli stati moderni. Cospicue aree di territorio vengono così sottratte all’economia civile, alla fruizione delle attività umane e sociali, al controllo trasparente e democratico, per essere invece utilizzate, in una logica di occupazione coloniale, da parte dei sistemi di difesa e di guerra del proprio Paese, dalle alleanze militari di cui si fa parte, dagli eserciti amici. A questi 24 mila ettari, a fronte dei 16 mila nel restante territorio italiano, si devono aggiungere le servitù militari che si concretizzano in occasione delle periodiche esercitazioni. Queste vietano o limitano la navigazione durante le prove a fuoco, area vasta quasi 3 milioni di ettari, estensione maggiore dell’intera Sardegna! Lo spazio aereo delle servitù è invece praticamente indefinibile, restando sulla e intorno alla Sardegna solo dei corridoi liberi per le linee commerciali civili”.

“Negli ultimi mesi”, spiegano ancora gli organizzatori della marcia, “l’emersione mediatica di numerosi teatri di crisi internazionali, come Siria, Iraq, Libia, Ucraina, Congo, unitamente all’escalation dell’aggressione militare ai danni della striscia di Gaza ha innescato nell’opinione pubblica della società sarda una maggiore attenzione alla mai sopita mal sopportazione di una presenza militare così sproporzionata sull’Isola. L’elemento che si è palesato è che le basi militari non sono solo un elemento di vertenza politica territoriale per i tanti danni che producono, ma anche un elemento che collega indissolubilmente la propria terra con le guerre, le occupazioni, le morti, i genocidi che si consumano tanto a pochi passi da casa quanto a migliaia di chilomentri di distanza”.

“A poco più di un mese dalla grande e bella manifestazione a Capo Frasca”, concludono i marciatori della pace, “le richieste della società civile sono nette e immutate e prevedono il cessate il fuoco immediato in tutti i poligoni, lo smantellamento delle basi militari in Sardegna, la bonifica da parte dello Stato dei territori gravati da queste, l’avvio di una inchiesta approfondita sulle conseguenze degli insediamenti sulla salute pubblica, la prosecuzione delle azioni giudiziarie per la ricerca della verità e il raggiungimento della giustizia, che la Pace rappresenti non solo un orizzonte culturale ma delle precise politiche di cui le istituzioni locali devono farsi carico”.

Questo il programma:
Alle 10 a Laconi, al Cineteatro, assemblea -dibattito dal titolo “Contro le servitù militari per un futuro nuovo per la Sardegna”.
Alle 13 pranzo al sacco al parco Aymerich di Laconi .
Alle 16 partenza della marcia da Nuragus.
Alle 17 arrivo a gesturi e interventi. Parleranno, tra gli altri, alcuni minatori del Sulcis, pastori, precari, pacifisti e rappresentanti dei sindacati associazioni e comuni.
Alle 17 e 30 concerto finale.

Lunedì, 20 ottobre 2014

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