Dalle Province partirà la "dittatura" del Pd - LinkOristano
In Sardegna

Dalle Province partirà la “dittatura” del Pd

Provocatorio intervento dell'assessore provinciale sardista Gianni Pia

Gianni Pia

Dall’assessore provinciale oristanese Gianni Pia, dirigente del Psd’Az, riceviamo e pubblichiamo.

Elezioni Provinciali 2014: il 12 ottobre 2014 (scoperta dell’America) si è votato in 55 province, chi se ne è accorto?

Per l’esattezza in Piemonte (Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Verbano C.O.), in Lombardia (Brescia, Como, Cremona, Lecco, Monza-Brianza, Varese), Veneto (Belluno, Padova, Rovigo, Verona, Vicenza), Liguria (La Spezia, Savona), Emilia Romagna (Forlì-Cesena, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini), Toscana (Arezzo, Grosseto, Livorno ,Massa Carrara, Pisa, Pistoia, Prato, Siena), Marche (Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Pesaro), Umbria (Perugia, Terni), Lazio (Frosinone, Latina, Rieti), Abruzzo (Chieti, Pescara, Teramo), Molise (Isernia), Campania (Benevento, Salerno), Basilicata (Matera, Potenza), Puglia (Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Lecce), Calabria (Catanzaro, Cosenza, Crotone).

Gianni Pia

Gianni Pia

Per la prima volta, dopo la riforma Delrio e la L. 56/2014, si è votato con elezioni di secondo livello. Cioè, diritto di voto solamente ai consiglieri comunali e sindaci eletti e consiglieri provinciali uscenti. Agli ex elettori, cioè ai cittadini normali, ed a quelli che credono ancora all’asino che vola, si è raccontata all’infinito la balla spaziale sull’avvenuta abolizione delle Province. Niente di più falso. Le Province restano e, sono più vive che mai. Con i servizi che dovranno continuare a rendere. Ma soprattutto con i costi della politica che la Casta, mentendo a se stessa e all’opinione pubblica, proponeva di abolire. Abbiamo già da oggi, la certezza, che verranno interamente ripristinati, come peraltro il Parlamento ha già iniziato a fare, mimetizzandoli sotto la voce rimborsi spese e, non più con il loro vero nome, indennità.

Risultato: nella totale apatia, è morta una parte importante della democrazia partecipativa, lo abbiamo sempre affermato, purtroppo inascoltati. Seguirà a breve la stessa logica espropriativa, anche per il Senato. Al centrosinistra ed al PD, senza colpo ferire, e non avevamo nessun dubbio, cioè senza confrontarsi con i veri problemi della gente, e quindi senza sottoporsi al suo giudizio politico, ma autonominandosi vicendevolmente in casa propria, vanno il 90% delle Presidenze e delle nuovi consigli provinciali, il resto agli altri, centrodestra compreso.

La gente normale, non ha saputo nulla del rinnovo amministrativo. Nulla hanno eccepito i luminari intellettuali della stampa pro-Casta: Stella, Rizzo e tanti altri.
Ora occorre capire, aldilà degli indirizzi di massima, cosa intende fare Pigliaru con Erriu &C. in terra di Sardegna.

Mentre la proposta di modifica Costituzionale, inviata dal Consiglio regionale nell’ottobre 2013 al Parlamento Italiano, che proponeva integrazioni e modifiche agli articoli 18 e 43 dello Statuto Sardo, cioè propedeutica a cancellare anche le Provincie storiche, si è persa nei meandri e nei corridoi di Monte Citorio e, neppure l’ex riformatore Vargiu, dall’alto della sua protervia politica, è stato capace di capire di quale morte sia deceduta.

Credo sia assolutamente necessario oltreché opportuno, se a questa novella Giunta Regionale è rimasto un briciolo di buon senso, attendere il rinnovo di circa l’80% delle amministrazioni locali, che andranno a scadenza il 31 maggio 2015.
Che senso avrebbe, infatti, procedere nei primi mesi del prossimo anno, con l’elezione di secondo livello, anche in Sardegna, con sindaci e consigli comunali che dopo qualche mese, potrebbero non essere più in carica, quindi non mantenere i necessari requisiti, in quanto delegittimati a rappresentare le comunità ed il territorio provinciale.

Inoltre, per effetto dei referendum abrogativi, non sfugga, che deve essere preliminarmente risolto il problema dell’appartenenza dei territori resi orfani, posto che non è previsto da nessuna norma di Legge, che a seguito dell’abrogazione, i comuni già appartenenti alle disciolte province di Carbonia Iglesias, Olbia Tempio, Ogliastra, Villacidro Sanluri – Medio Campidano, tornino automaticamente e passivamente, a far parte dei previgenti ambiti territoriali.

A maggior ragione, ciò deve essere fatto, attraverso gli stessi strumenti che hanno dato luogo alla loro strutturazione sin dalla nascita, cioè una consultazione referendaria delle comunità interessate alla definitiva scelta dell’appartenenza, sia per motivi economici, sociali ma anche culturali e d’interesse sinergico di prospettiva e di sviluppo omogeneo.

A maggior ragione, ma sull’argomento molti sindaci dormono sonni tranquilli, dovrà avvenire, anche per compensare politicamente gli effetti della previsione dell’iniqua città Metropolitana, cioè quell’area vasta di Cagliari e dei comuni ad essa strutturalmente connessi, con tutti i privilegi finanziari e accaparramento di risorse che sarà in grado di sottrarre al resto della Sardegna, così come storicamente sempre avvenuto e registrato.

Insomma, per farla breve, mentre in precedenza, con regolari elezioni a suffragio universale, le ultime svoltesi nel maggio 2010 ( che molti rimpiangeranno), in Sardegna su 8 Province, 6 erano in mano al CSX e 2 al CDX, ora con la soppressione imminente della democrazia e del voto, ci avviamo, come dimostrato dai risultati delle 55 province continentali, verso il controllo pressoché totale da parte del PD, che nel 2015 piazzerà, autonominandoli al suo interno, tutti i presidenti disponibili, oltre quello della città Metropolitana che è sempre nelle mani del CSX.

Un PD che nel 2015 avrà il controllo assoluto e totale delle Istituzioni, cioè della Regione, delle Province, degli EE.LL. nella quasi totalità dei Comuni più importanti.
Un PD che già controlla anche gli organismi cosiddetti di contraltare che dovrebbero, per funzione e scopo statutario, rappresentare in contradditorio, interessi diversi e controbilanciarne il potere, cioè il CAL, l’Anci, l’Ups etc.

Forse è appena il caso, che qualcuno inizi seriamente a riflettere, per tempo, agli effetti nefasti che tale circostanza, del pensiero unico e dominante, inevitabilmente, porterà al vivere civile e libero del Popolo Sardo.
Qualcuno, intanto, avvisi i riformatori ex liberaldemocratici sardi, che in Sardegna, il peso storico della dittatura del PD per i prossimi anni, è per buona parte, quasi esclusivamente merito loro.

Gianni Pia

 

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