Dedoni attacca Pigliaru: Regione succube del Governo - LinkOristano
In Sardegna

Dedoni attacca Pigliaru: Regione succube del Governo

Il capogruppo dei Riformatori polemico sui rapporti con Roma

Attilio Dedoni

“Il tentativo odierno del presidente Pigliaru di togliere le castagne dal fuoco al suo vice Paci relativamente alla vicenda della visita ‘a sorpresa’ del ministro Pinotti in Sardegna lascia il tempo che trova: ormai, la frittata è fatta. Anche perché, la frittata, Paci non l’ha fatta ieri, bensì un mese fa quando, firmando l’accordo-capestro sul patto di stabilità, ha di fatto consegnato al Governo le chiavi dell’Isola, dicendo: ‘Fate come se foste a casa vostra’”, dichiara il capogruppo dei Riformatori Sardi – Liberaldemocratici in Consiglio regionale, Attilio Dedoni, replicando al  Presidente della Regione, Francesco Pigliaru, intervenuto sulla visita di ieri in Sardegna del Ministro della Difesa, Roberta Pinotti.

Attilio Dedoni

Attilio Dedoni

“Come si può pensare che l’Isola abbia ancora, sul piano politico, una credibilità nei confronti di Palazzo Chigi”, prosegue Dedoni, “dopo che chi la governa si è impegnato a ritirare i ricorsi per la quantificazione del debito erariale che lo Stato nutre nei suoi confronti e a rimangiarsi la norma, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale e mai impugnata dal Governo, che sottraeva il Fondo unico per gli Enti Locali dai vincoli del patto di stabilità? Le prime dichiarazioni del governatore subito dopo il suo insediamento si stanno rivelando un bluff: la spinta autonomistica dell’attuale esecutivo fa rimpiangere persino quella, inesistente, della giunta Soru, quando gli assessori e i dirigenti regionali venivano catapultati a Cagliari dal Continente passando per la sede nazionale del Partito Democratico mentre gli affaristi d’area allungavano le mani sul nostro territorio approfittando del lassismo paesaggistico ‘ad personam’ voluto da Mr. Tiscali”.

“Abbiamo sostenuto con convinzione la decisione di Pigliaru di non firmare il protocollo d’intesa con il Ministero della Difesa sulle servitù militari, illudendoci che fosse il primo passo verso una nuova fase di rivendicazione nei confronti dello Stato, nella quale venissero messe da parte le appartenenze partitiche per pensare soltanto al bene della Sardegna”, conclude il capogruppo. “Così non è stato e ora siamo costretti a prenderne atto: la svolta autonomistica della giunta Pigliaru è rimasta sulla carta dei programmi elettorali. Stando così le cose, non c’è niente di buono che la Sardegna possa aspettarsi nel prossimo futuro, né in termini di riduzione della presenza militare nell’Isola (il ministro Pinotti è stato fin troppo chiaro), né per quanto riguarda tutte le altre vertenze aperte con il Governo centrale, a partire da quella sulle entrate erariali”.

Martedì, 19 agosto 2014

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