Alluvione: ingegneri e geologi aggiornano la mappa dei pericoli - LinkOristano
In Sardegna

Alluvione: ingegneri e geologi aggiornano la mappa dei pericoli

Lavoro volontario di 400 professionisti al fianco della Protezione civile

Solarussa - Alluvione 2013 - Canali - Foto Pier Gavino Marchi

Gli ingegneri e i geologi della Sardegna hanno concluso lo scorso 25 febbraio i rilievi nelle aree colpite dall’alluvione del 18 novembre 2013, a supporto della Direzione regionale della Protezione Civile. È stato un lavoro multidisciplinare e di squadra che ingegneri e geologi, con spirito fattivo e costruttivo, hanno espletato e che ha permesso di fornire ai Comuni coinvolti, oltre ad una precisa stima dei danni subiti dalle infrastrutture, un quadro di tutte le situazioni di pericolo e rischio ancora presenti nel territorio, potenziali fonti di innesco di problematiche riconducibili a fenomeni di dissesto idrogeologico.

Solarussa - Alluvione 2013 - Canali - Foto Pier Gavino MarchiDegli oltre 400 professionisti che hanno dato la disponibilità, 133 ingegneri e 45 geologi sono stati direttamente coinvolti a supporto della Protezione Civile: organizzati per squadre, in diversi casi miste, hanno eseguito sopralluoghi in 37 comuni distribuiti nelle province di Olbia-Tempio, Nuoro, Oristano e Medio Campidano, compilando le schede riguardanti i danni subiti dal patrimonio pubblico e privato oltre a quelle del “rischio residuo ” relative alle problematiche del dissesto idrogeologico ancora presenti nel territorio.

In particolare nella città di Olbia sono state oltre 300 le verifiche dei danni al patrimonio privato, con la redazione di circa 240 schede, per un ammontare complessivo di oltre 3 milioni di euro. Altre 18 schede hanno documentato il rischio residuo, rilevando la persistente grave situazione di dissesto idrogeologico nei principali sistemi idrografici, tra cui quello del il rio Padrongiano.

Nel Medio Campidano le 18 squadre (di cui 6 miste, composte da ingegneri e geologi) hanno operato in 12 differenti comuni colpiti dall’alluvione, compilando tra l’altro ben 29 schede relative al rischio residuo.

Nella Provincia di Nuoro e Oristano sono state svolte le verifiche nei territori di 24 comuni, con il coinvolgimento di 37 ingegneri e 16 geologi.

Giancarlo Capitta, presidente della Federazione degli Ordini provinciali degli Ingegneri, esprime soddisfazione per “la sensibilità dimostrata dai numerosissimi ingegneri sardi che hanno prestato volontariamente la loro opera al servizio della collettività, mettendo a disposizione delle amministrazioni locali le proprie competenze”.

“L’esperienza sul campo ha messo in luce”, prosegue Capitta, “la necessità che nella gestione del territorio le amministrazioni locali possano disporre di risorse e di adeguate competenze professionali per gestire le manutenzioni e prevenire le emergenze”.

“L’importante lavoro prodotto da geologi e ingegneri a supporto della Direzione regionale della Protezione Civile a seguito degli eventi calamitosi dello scorso novembre”, afferma, invece, Davide Boneddu , presidente dell’Ordine dei Geologi della Sardegna, “ha prodotto un considerevole quadro della situazione della nostra regione all’indomani dell’evento alluvionale. I dati consegnati indicano infatti non solo la necessità di intervenire con urgenza per il ripristino delle infrastrutture, per una quanto più rapida ripresa della quotidianità e delle attività produttive, ma restituiscono la fotografia di un territorio fortemente necessitante di interventi di manutenzione coadiuvati da politiche di gestione diventate indispensabili e contingenti al fine di consentire una sempre più responsabile e consapevole convivenza tra uomo e ambiente.”

La collaborazione tra i due Ordini professionali nell’ambito delle attività a supporto della Protezione Civile regionale proseguirà con l’organizzazione di corsi formativi, finalizzati all’utilizzo delle specifiche competenze di ingegneri e geologi, e nella promozione di una serie di attività istituzionali mirate alla conoscenza e comprensione delle problematiche riconducibili al dissesto idrogeologico nella nostra regione.

Martedì, 22 aprile 2014

commenta