Originario di Mogoro l'ispettore ucciso da un agente nel carcere di Torino - LinkOristano

Originario di Mogoro l’ispettore ucciso da un agente nel carcere di Torino

Dietro la tragedia ci sarebbe stato un equivoco che avrebbe spinto la guardia penitenziaria e sparare e a togliersi poi la vita

Torino - Carcere Vallette

Era convinto di aver subito un torto, ma si trattava di un equivoco: questo, a quanto si apprende dalle prime indagini, il motivo del folle gesto di Giuseppe Capitano, un agente di polizia penitenziaria che stamane, nel carcere torinese “Lorusso e Cotugno” delle Vallette ha ucciso con due colpi di pistola il collega Giampaolo Melis, originario di Mogoro, per poi rivolgere l’arma contro se stesso e uccidersi. Non ci sarebbe stato infatti alcun procedimento disciplinare nei suoi confronti. Non ci sarebbero stati, in precedenza, episodi in qualche modo correlati con la tragedia di questa mattina al bar del carcere delle Vallette.

Il carcere Vallette di Torino

Il carcere Vallette di Torino

Giampaolo Melis aveva 52 anni ed era figlio di un ex operaio del Comune ora in pensione, Antioco Melis, che in paese vive con la moglie e madre dell’ispettore ucciso, Maria Antonietta Mura. Giampaolo Melis si era arruolato da giovane nella  polizia penitenziaria. A Mogoro rientrava per qualche breve periodo e per trovare i  familiari.

Sindacati polemici. “Una notizia agghiacciante”, ha dichiarato Donato Capece, segretario generale del Sappe, Sindacato autonomo di polizia penitenziaria. “E’ una tragedia che colpisce tutta la Polizia Penitenziaria di Torino, che tra l’altro e’ quotidianamente provata da difficili, pericolose e stressanti condizioni di lavoro per gli agenti”.

L’Osapp il sindacato autonomo degli agenti di polizia penitenziaria ha chiesto le “dimissioni immediate” del direttore della struttura. “L’unica risposta concreta per riprendere la serenità lavorativa irrimediabilmente compromessa del carcere di Torino – dice il segretario generale Leo Beneduci – è che il direttore, il comandante di reparto e il vicecomandante rassegnino le proprie dimissioni da subito”.

Intanto, i sindacati torinesi, Uil Pa Penitenziari, Osapp, Si.n.a.p.pe, Fns-Cisl, Ugl Penitenziari, hanno proclamato lo stato di agitazione “contro il perpetrarsi di decisioni unilaterali attuate dalla Direzione della Casa Circondariale di Torino consistenti nell’aver eluso più volte le problematiche segnalate dalle organizzazioni sindacali e senza aver mostrato una sorta di risoluzione delle stesse”.

Martedì, 17 dicembre 2013

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